Orso ucciso da una fucilata, tante reazioni

orso morto copiaNessuna malattia, nessun avvelenamento: è stato un proiettile a uccidere l’orso, ritrovato privo di vita venerdì scorso lungo la pista ciclabile di Pettorano sul Gizio nel territorio protetto del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Dai risultati degli esami necroscopici effettuati sull’orso dal centro specializzato di Grosseto, dove il cadavere dell’animale è giunto dopo il ritrovamento, è emerso che la causa del decesso sarebbe stata una fucilata esplosa da una trentina di metri di distanza, che nel plantigrado avrebbe indotto una peritonite, conducendolo a una morte lenta, procurata da un’infezione letale e da una lenta agonia: elementi che spiegherebbero l’andatura claudicante del plantigrado, filmato da un giovane del posto, e l’assenza di sangue accanto al cadavere.
Resta però il mistero sull’identità di colui che ha esploso il colpo, condannando l’orso a un’inconsapevole pena capitale. Per questo la procura di Sulmona ha ipotizzato il reato di uccisione di animale protetto e dato mandato al Corpo Forestale dello Stato di effettuare indagini capillari sul territorio, alla ricerca di indizi di prova del delitto.
“Da maggio a settembre 2014 sono già 4 gli orsi marsicani ritrovati morti nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nelle aree esterne all’area protetta: quasi il 10% della popolazione di orso bruno marsicano, presente nell’Appennino centrale, è stata sterminata per mano dell’uomo (tubercolosi, avvelenamento o bracconaggio) senza che, ad oggi, nessuno dei responsabili sia stato assicurato alla giustizia”. La denuncia è di Legambiente che incita le istituzioni preposte, Ministero e Regioni in particolare, ad invertire l’attuale tendenza e a tutelare seriamente la popolazione di orso bruno marsicano gravemente minacciata di estinzione dagli ultimi eventi. “Occorre passare dalle parole ai fatti concreti, individuare la tutela dell’orso come una priorità per il Paese, rafforzare le aree protette e assegnare risorse adeguate alla tutela del plantigrado, specie simbolo della biodiversità italiana”, continuano i presidenti di Legambiente dei Comitati regionali di Abruzzo, Lazio e Molise.
Oggi intanto è previsto a Roma il Tavolo Tecnico del Patom (Piano d’azione nazionale per la tutela dell’orso bruno marsicano) presso il Ministero dell’Ambiente, per individuare strategie realmente efficaci per garantire la sicurezza della popolazione di orso bruno marsicano ed evitare che l’orso venga nuovamente messo a rischio da una carente gestione sanitaria delle attività zootecniche presenti dentro e fuori il Parco. “Perdere esemplari di orsi marsicani a causa di patologie sanitarie trasmesse da allevamenti bovini”, si legge ancora nella nota di Legambiente, “è di una gravità estrema e ci aspettiamo che le responsabilità dei servizi veterinari delle ASL locali vengano accertati ed eventualmente sanzionati. Va inoltre segnalato che i calendari venatori regionali di Abruzzo e Molise non sono adeguati alle esigenze di tutela dell’orso e nelle aree di perimetrazione esterna al parco si consente una presenza venatoria impattante sulla specie da tutelare. Perciò sosteniamo la necessità di un intervento nazionale strategico che superi l’attuale modello e l’attivazione di una unità di missione per la gestione dell’orso, in grado di dare quelle risposte che fino a oggi Regioni e Ministero non sono stati capaci di mettere in atto anche per mancanza di personale, competenze e risorse finanziarie adeguate, fino ad oggi sempre negate”.
Tutto questo in un clima di tensione, con gli orsi che continuano a fare le proprie incursioni nei centri abitati, tra lo spavento dei residenti e la rabbia degli allevatori.

Presidente PNALM “Fermare la mano dell’uomo”

“Fermare la mano dell’uomo”. Questo il commento del presidente del PNALM, Antonio Carrara, che chiede “pene esemplari”. Secondo i dati, la popolazione di orso marsicano cresce e si attesta sui 50-60 esemplari. “Il fatto che l’orso sia morto con un colpo di arma da fuoco è una cosa gravissima. Spero che il percorso della giustizia sia rapido ed efficace e che si riesca al più presto a individuare i responsabili e punirli in maniera esemplare. Solo in questo modo sarà possibile riuscire a contrastare uno dei fenomeni che sta mettendo in discussione la sopravvivenza dell’orso marsicano in Abruzzo. Il primo dei nostri obiettivi è proprio quello di riuscire a diminuire la mortalità dei plantigradi per mano dell’uomo e lo si potrà fare solo potenziando le azioni di contrasto e di prevenzione”.

La LAV vuole il blocco della stagione venatoria

“E’ un’emergenza, e va fermata l’escalation di violenza in atto, di reati che non sono solo contro gli animali ma contro tutti, contro lo Stato”. E’ quanto afferma in una nota la Lav dopo i primi accertamenti sulla carcassa di un orso Marsicano da parte della Forestale dell’Aquila, che riconducono la morte del plantigrado ad una fucilita. “Specie peraltro particolarmente protette – prosegue la Lav – poiche’ a rischio di estinzione, per non parlare degli altri animali. Per questo la LAV chiede al Ministro dell’Interno Alfano di disporre per domenica prossima, come misura di sicurezza pubblica, il blocco dell’apertura della stagione di caccia”. 

Sindaco di Pettorano : “Reato mafioso”

Chi ha commesso questo atto così grave, molto simile a un reato mafioso, possa avere una punizione esemplare”. Così il sindaco di Pettorano sul Gizio, Giuseppe Berarducci, sull’uccisione dell’orso con una fucilata. “Sono molto amareggiato e mi preoccupo del futuro, sia di quello dei miei concittadini e sia degli animali protetti. La Riserva del Monte Genzana che ricomprende anche il nostro Comune, è stata istituita da tanti anni e tutti i pettoranesi l’hanno accolta con grande positività. Nessuno avrebbe mai immaginato che un orso, diventato simbolo della riserva, potesse essere ucciso all’interno del territorio comunale” – ha concluso il primo cittadino. 

ENPA : “Ritirare il tesserino ai cacciatori”

Ritirare il tesserino venatorio a tutti i cacciatori che operano negli Ambiti Territoriali di Caccia confinanti con il Parco Nazionale d’Abruzzo ed avviare in tutto il Paese un piano straordinario per la tutela degli orsi che preveda un rafforzamento di tutti i presidi del Corpo Forestale dello Stato, perche’ questa e’ una guerra non solo contro la natura ma contro lo Stato italiano, di cui la fauna selvatica e’ patrimonio indisponibile. E’ quanto chiede l’Ente Nazionale Protezione Animali in seguito ai risultati della necroscopia dai quali risulterebbe che l’orso trovato morto nell’Aquilano sarebbe stato ucciso da una fucilata. In particolare l’Enpa chiede con forza che il Ministro dell’Ambiente svolga un ruolo piu’ attivo e concreto nell’adempimento dei propri compiti istituzionali. gazione a delinquere e che non mancheremo di agire in tal senso”. (AGI) Red/Ett

 

Sii il primo a commentare su "Orso ucciso da una fucilata, tante reazioni"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato


*