Parco Nazionale Gran Sasso-Laga: cresce la popolazione di camosci

Gianni Letta

Camoscio dAbruzzo in inverno“Un risultato incoraggiante, frutto dell’impegno e delle politiche di conservazione della biodiversità attuate dal Parco Nazionale Gran Sasso – Laga”. Così il Presidente dell’Ente, Arturo Diaconale, ha commentato i dati più che positivi sul trend di crescita della popolazione del camoscio (Rupicapra pyrenaica ornata), che ha visto arrivare a 622 il numero degli esemplari nell’area protetta. I dati sono stati resi noti dal Servizio Scientifico dell’Ente nella sua relazione sul censimento 2014, censimento condotto l’autunno scorso in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e sotto l’egida del progetto Life “Coornata”.
Alla luce di quanto emerso dal certosino monitoraggio è significativo notare che i 622 camosci del Parco sono suddivisi in branchi numerosi e strutturati per età e composizione, contano complessivamente 112 maschi adulti, 217 femmine, 150 kids, 96 yearling, e hanno colonizzato l’intera catena del Gran Sasso, dal Monte S. Vito fino al Monte Corvo. I gruppi più numerosi interessano in particolare il massiccio del Monte Camicia, con 121 esemplari, e Pizzo Intermesoli, con 105, ovvero quei territori che sono stati luogo di reintroduzioni già a partire dal 1992. I dati, tuttavia, parlano chiaramente di un consolidamento delle popolazioni di camoscio sul Monte Corvo (86), Brancastello (74), Cimone di Santa Colomba (66), Monte Prena (54) e Corno Piccolo (53), con un una crescita significativa anche in territori di nuova colonizzazione come Corno Grande e Monte San Franco.

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