“L’esame sulla tipologia delle coperture finanziarie adottate nelle leggi regionali approvate nel primo semestre dell’esercizio 2013 é pregiudicato dalla mancata preventiva approvazione del rendiconto per gli anni 2010, 2011 e 2012. L’equilibrio di bilancio deve pertanto considerarsi incerto in quanto radicato sull’impiego di risorse per le quali é giuridicamente dubbia l’assenza di vincoli e/o pretese”. Sono queste le considerazioni finali in calce alla relazione di 21 pagine del giudice della Corte dei Conti de l’Aquila, Andrea Baldanza in merito alla situazione finanziaria della Regione Abruzzo. Una bocciatura di fatto che sembra andare al di là della semplice copertura delle leggi regionali approvate da gennaio a giugno 2013 e che potrebbe aprire scenari inquietanti, visto che questa relazione arriverà anche sui tavoli del Governo Centrale, alla luce della paventata riduzione delle tasse che, a questo punto, potrebbe essere negata. A lanciare l’allarme il capogruppo del Pd alla Regione Camillo D’Alessandro: “Le bugie hanno le gambe corte – dice D’Alessandro – il risanamento così ampiamente sbandierato da Chiodi é nient’altro che un risanamento “virtuale”. Altro che Regione “canaglia”, adesso é una Regione “canaglia e bugiarda”. Durissimo D’Alessandro nei confronti non solo di Chiodi ma anche dell’assessore regionale al bilancio Carlo Masci, reo di non aver presentato in Consiglio Regionale ben tre rendiconti, solo quello del 2010 é arrivato in commissione ma lì si é fermato, mentre degli altri due non vi é traccia: “Una cosa del genere non é mai successa in questa Regione – dice ancora D’Alessandro – noi lo stiamo dicendo da sempre ed oggi é arrivata la conferma anche da parte della massima Autorità di controllo.”

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