Pescara, Bankitalia resta e si rafforza

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bankitaliaIl Consiglio superiore della Banca d’Italia ha approvato all’unanimità il piano di riassetto della rete territoriale, da attuarsi nei prossimi tre anni. Il piano prevede il potenziamento dei compiti delle filiali di maggiori dimensioni, l’accentramento di 3 divisioni distaccate di vigilanza e la chiusura di 19 succursali con operatività ormai molto ridotta. La nuova configurazione della rete territoriale assicurerà un’equilibrata presenza della Banca nelle diverse aree del Paese. Dove l’Istituto non sarà fisicamente presente saranno garantite continuità delle funzioni, qualità e tempestività dei servizi. In tale prospettiva, la riforma rafforzerà il ruolo delle 20 filiali situate nei capoluoghi di regione e delle altre 6 filiali ‘ad ampia operatività’ (Brescia, Bolzano, Verona, Forlì, Salerno, Catania), cui si aggiungeranno ulteriori 6 filiali (Agrigento, Sassari, Livorno, Pescara, Lecce e Reggio Calabria) innalzate a quel rango; si manterranno le 6 filiali specializzate nel ‘trattamento del contante’ (Bergamo, Piacenza, Padova, Arezzo, Roma Cdm, Foggia) e la Succursale di Roma, impegnata prevalentemente nelle attività di tesoreria centrale; continueranno a operare le tre divisioni distaccate di vigilanza di Cuneo, Vicenza e Udine, mentre quelle di Caltanissetta, Cosenza e Pisa saranno ricondotte all’interno di Filiali vicine. Verranno infine chiuse 19 delle 25 Filiali che attualmente offrono servizi a utenti individuali, ormai fortemente ridotti. Alla fine del 2018 la rete sarà costituita da 39 Filiali, rispetto alle 58 attuali. Erano 97 nel 2007. Tra il 1999 e il 2013 le altre tre principali banche centrali dell’Eurosistema hanno pure ridimensionato l’estensione delle loro reti territoriali: da 154 a 50 filiali la Bundesbank, da 211 a 127 la Banca di Francia, da 52 a 15 la Banca di Spagna. “Con la riorganizzazione – si legge in una nota di Bankitalia – nessun dipendente della Banca d’Italia perderà il proprio lavoro. La Banca ha dato la propria disponibilità alle Organizzazioni Sindacali perché siano definite misure che vengano incontro alle esigenze delle 360 persone (su oltre 7.000 dipendenti dell’Istituto) che lavorano nelle strutture in chiusura o in accorpamento”.

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