Si attendere la firma dell’ordinanza per l’interdizione alla pesca, a largo di Pescara, delle barche provenienti da fuori città. Un’ordinanza che deve vedere la firma del pluri – nominato Provveditore alle opere Pubbliche Carlea. Armatori e pescatori che torneranno in mare, si spera, a metà mese, ora devono affrontare pure un’altra questione, quella delle imbarcazioni di altre zone dell’Adriatico che vengono a pescare a largo del porto messo in ginocchio dai fanghi e da un dragaggio infinito, col rischio, dicono i marittimi, che quando finalmente si tornerà in mare si troverà poco pesce. Così Mimmo Grosso minaccia di occupare la stazione ferroviaria se l’ordinanza, scaduta il 30 aprile scorso, non sarà rinnovata. In più ci si mette pure la beffa della draga, non le due della Sidra che stanno proseguendo i lavori di dragaggio, ma di un’altra ditta che stava prendendo il mare per andare ad operare ad Ortona, che è rimasta in secca. Un assurdo, spiegano i pescatori, visto che la draga ha un pescato di un metro ed i pescherecci arrivano a tre, quindi dove sono le misure di sicurezza? I lavori di dragaggio, finora, sono serviti? E se c’è nebbia od altre intemperie si può uscire rischiando di mettere a repentaglio la propria incolumità e la tenuta delle stesse imbarcazioni? Interrogativi leciti. Tutto questo mentre si sta premendo sugli organi competenti per la firma di rinnovo dell’ordinanza che blocchi le barche di fuori città e che lasci libero il mare e il pesce in acqua, in attesa del tanto agognato ritorno a lavoro delle imbarcazioni del porto di Pescara.

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