video » Pescara in delirio per Mengoni

Marco-Mengoni4Volendosi conformare al coro delle banalità, si potrebbe dire che Marco Mengoni canterebbe l’elenco del telefono come fosse l’Aida. Anzi, potremmo dire “canta”, perché dopo tutto le sue canzoni non sono capolavori. Semmai, rappresentano una specie di bignami del pop, versione moderna ma non troppo dei Camaleonti. Easy listening anni duemila, ma vintage. Nel mezzo però c’è qualcosa di… essenziale, verrebbe da dire: la voce. Ecco, la voce di Mengoni – Marco per le migliaia di ragazzine urlanti che gli fanno da cornice affettuosa e composta – è di quelle autentiche e autenticamente fenomenali, che scompagina gli equilibri del motivetto e ti prende per mano facendoti scoprire angoli di unicità anche nei sentieri dell’ovvio. Il genio canoro di Mengoni sta tutto qui, in quel saper squarciare con classe il prevedibile alternarsi fra melodia e ritornello, piazzando pennellate di ugola dove meno te lo aspetti. Poi, ogni tanto, affiora anche l’altro Marco, vero pure quello e forse anche di più; volteggia fra reggae e jazz e finalmente arriva al rock, genere che gli calza a pennello, come il vestito firmatissimo e stiloso che indossa all’inizio dello show, sostituito da uno scanzonato bermuda da ex-cicciottello. Brava la band, musicisti di ottimo livello – con Mengoni da prima di X Factor – e bravo Marco, permettici di chiamarti così, e di darti appuntamento a…un domani. Quando anche le teenager saranno cresciute, e di certo anche tu avrai acquistato maturità nelle scelte musicali. Tanto l’essenziale ce l’hai: la voce.Volendosi conformare al coro delle banalità, si potrebbe dire che Marco Mengoni canta l’elenco del telefono come fosse l’Aida. Anzi, potremmo dire “canta”, perché dopo tutto le sue canzoni non sono capolavori. Semmai, rappresentano una specie di bignami del pop, versione moderna ma non troppo dei Camaleonti. Easy listening anni duemila, ma vintage. Nel mezzo però c’è qualcosa di… essenziale, verrebbe da dire: la voce. Ecco, la voce di Mengoni – Marco per le migliaia di ragazzine urlanti che gli fanno da cornice affettuosa e composta – è di quelle autentiche e autenticamente fenomenali, che scompagina gli equilibri del motivetto e ti prende per mano facendoti scoprire angoli di unicità anche nei sentieri dell’ovvio. Il genio canoro di Mengoni sta tutto qui, in quel saper squarciare con classe il prevedibile alternarsi fra melodia e ritornello, piazzando pennellate di ugola dove meno te lo aspetti. Poi, ogni tanto, affiora anche l’altro Marco, vero pure quello e forse anche di più; volteggia fra reggae e jazz e finalmente arriva al rock, genere che gli calza a pennello, come il vestito firmatissimo e stiloso che indossa all’inizio dello show, sostituito da uno scanzonato bermuda da ex-cicciottello. Brava la band, musicisti di ottimo livello – con Mengoni da prima di X Factor – e bravo Marco, permettici di chiamarti così, e di darti appuntamento a…un domani. Quando anche le teenager saranno cresciute, e di certo anche tu avrai acquistato maturità nelle scelte musicali. Tanto l’essenziale ce l’hai: la voce.Volendosi conformare al coro delle banalità, si potrebbe dire che Marco Mengoni canta l’elenco del telefono come fosse l’Aida. Anzi, potremmo dire “canta”, perché dopo tutto le sue canzoni non sono capolavori. Semmai, rappresentano una specie di bignami del pop, versione moderna ma non troppo dei Camaleonti. Easy listening anni duemila, ma vintage. Nel mezzo però c’è qualcosa di… essenziale, verrebbe da dire: la voce. Ecco, la voce di Mengoni – Marco per le migliaia di ragazzine urlanti che gli fanno da cornice affettuosa e composta – è di quelle autentiche e autenticamente fenomenali, che scompagina gli equilibri del motivetto e ti prende per mano facendoti scoprire angoli di unicità anche nei sentieri dell’ovvio. Il genio canoro di Mengoni sta tutto qui, in quel saper squarciare con classe il prevedibile alternarsi fra melodia e ritornello, piazzando pennellate di ugola dove meno te lo aspetti. Poi, ogni tanto, affiora anche l’altro Marco, vero pure quello e forse anche di più; volteggia fra reggae e jazz e finalmente arriva al rock, genere che gli calza a pennello, come il vestito firmatissimo e stiloso che indossa all’inizio dello show, sostituito da uno scanzonato bermuda da ex-cicciottello. Brava la band, musicisti di ottimo livello – con Mengoni da prima di X Factor – e bravo Marco, permettici di chiamarti così, e di darti appuntamento a…un domani. Quando anche le teenager saranno cresciute, e di certo anche tu avrai acquistato maturità nelle scelte musicali. Tanto l’essenziale ce l’hai: la voce.Volendosi conformare al coro delle banalità, si potrebbe dire che Marco Mengoni canta l’elenco del telefono come fosse l’Aida. Anzi, potremmo dire “canta”, perché dopo tutto le sue canzoni non sono capolavori. Semmai, rappresentano una specie di bignami del pop, versione moderna ma non troppo dei Camaleonti. Easy listening anni duemila, ma vintage. Nel mezzo però c’è qualcosa di… essenziale, verrebbe da dire: la voce. Ecco, la voce di Mengoni – Marco per le migliaia di ragazzine urlanti che gli fanno da cornice affettuosa e composta – è di quelle autentiche e autenticamente fenomenali, che scompagina gli equilibri del motivetto e ti prende per mano facendoti scoprire angoli di unicità anche nei sentieri dell’ovvio. Il genio canoro di Mengoni sta tutto qui, in quel saper squarciare con classe il prevedibile alternarsi fra melodia e ritornello, piazzando pennellate di ugola dove meno te lo aspetti. Poi, ogni tanto, affiora anche l’altro Marco, vero pure quello e forse anche di più; volteggia fra reggae e jazz e finalmente arriva al rock, genere che gli calza a pennello, come il vestito firmatissimo e stiloso che indossa all’inizio dello show, sostituito da uno scanzonato bermuda da ex-cicciottello. Brava la band, musicisti di ottimo livello – con Mengoni da prima di X Factor – e bravo Marco, permettici di chiamarti così, e di darti appuntamento a…un domani. Quando anche le teenager saranno cresciute, e di certo anche tu avrai acquistato maturità nelle scelte musicali. Tanto l’essenziale ce l’hai: la voce.


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