Galatea si è arresa e ha deciso di rientrare in porto, sì, ma quello di Falconara. Ieri mattina, a causa dei bassi fondali, la nave cisterna non era riuscita ad entrare nella darsena commerciale del porto di Pescara. Così la società armatrice ha deciso di tornare a Falconara. Il Comandante della Direzione Marittima Abruzzo e Molise, Enrico Moretti, pur ribadendo che il moto pontone sta continuando a lavorare senza sosta nell’area commerciale del porto, non può ipotizzare con precisione il ritorno della Galatea a Pescara. Gli operatori portuali e commerciali sono rassegnati, perché la mareggiata dei giorni scorsi, certo eccezionale, ha riportato i detriti in darsena vanificando il lavoro portato avanti finora dalla draga. Sabatino Di Properzio, titolare della omonima ditta sbotta: “Ogni volta che una petroliera non riesce a entrare vanno perse centinaia di migliaia di euro” e pare sia pronto a fare causa al Ministero delle Infrastrutture, visto che “anche nella migliore delle ipotesi, la Galatea non potrà ritornare a Pescara prima di due settimane” dice. Ora ci si chiede se possa essere a rischio anche il collegamento con le isole croate della Snav di questa estate. Gli operatori commerciali e portuali potrebbero gettare la spugna e se chiudessero le loro attività, sarebbe una iattura per il porto che si paralizzerebbe anche se i fondali tornassero profondi e praticabili in sicurezza. Da un lato gli imprenditori marittimi e portuali, dall’ altro i pescatori che, dicono, ogni notte rischiano di finire in secca, come già accaduto in più episodi, mettendo a rischio la loro stessa incolumità. Secondo i marittimi la diga foranea dovrebbe essere spostata almeno di 500 metri e forata, appunto, nella parte sottomarina per permettere alle sabbie di defluire e di non accumularsi all’interno della darsena. “E’ paradossale – affermano – che invece di aver paura di andare in mare aperto, abbiamo timore di entrare e uscire dal porto che per definizione dovrebbe essere sicuro. Funziona così ovunque, tranne che a Pescara”.