PESCARA – E’ proprio il caso di dire che tra il dire ed il fare c’é di mezzo il mare, un mare di promesse non mantenute e proclami roboanti, quando la realtà é tristemente ben diversa. Al di là della soddisfazione per la consegna dei lavori per il dragaggio del Porto di Pescara, tutto quello che si é cercato di fare, tra finanziamenti per il fermo biologico e ristoro ai danni per l’impossibilità di uscire a mare, si é concretizzato nel pagamento di appena 13 settimane di cassa integrazione e nulla più. Marinai costretti a vivere per mesi con appena duemila euro ed armatori, come ci spiega Mimmo Grosso presidente dell’associazione Armatori, costretti a spendere quel poco che hanno ricevuto per pagare le tasse e riparare le carene delle barche rovinate per il lungo fermo: “Siamo reduci da un incontro con i dirigenti dell’Inps – precisa Grosso – ci vorranno altri tre mesi come minimo per il secondo semestre del 2012, e poi ci sentiamo dire che non vogliamo tornare a mare perchè tanto lo Stato ci ha riempito di soldi, ma quali soldi?” Prossima settimana grande manifestazione di protesta per una sorta di operazione verità rispetto ad una problematica tutt’altro che risolta.
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