Pescara: porto alla deriva, tutto come prima

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Porto-di-Pescara-1024x598“La situazione è stata gestita male, se non ci fosse stato l’intervento, ad esempio, del precedente direttore marittimo, qui si sarebbe fatto il dragaggio senza prevedere uno spazio di manovra per le navi. Ecco, per farvi capire in che mani siamo”. E’ categorico e nello stesso tempo rassegnato, Sabatino Di Properzio, imprenditore marittimo, sulla situazione in cui versa il porto di Pescara. Le mareggiate dei giorni scorsi hanno causato una notevole riduzione della profondità dei fondali tanto che la motocisterna Galatea non ha potuto attraccare in banchina ed è stata dirottata ad Ancona con tutto il suo carico. Dal 2012 ad oggi, la situazione fondali è tornata la stessa. “Venti milioni di euro – dicono gli operatori portuali – sono stati spesi per il dragaggio e tutto sta tornando come prima. Il dragaggio da 1,8 milioni di euro, previsto per fine mese, non cambierà granché la situazione attuale e con i soldi spesi fino ad ora ovvero dal 2012 ad oggi circa 20 milioni di euro, si poteva effettuare il primo lotto del piano regolatore portuale colpevolmente in ritardo per scelte politiche completamente incomprensibili”, vanno giù duro gli operatori. Ma quali sono gli interventi da realizzare, dunque, per salvare il porto di Pescara? Secondo Di Properzio occorre un dragaggio drastico con una pulizia dei fondali che consenta di riportare la profondità della zona commerciale a sette metri. Una volta superata l’emergenza, serve una manutenzione continua e meticolosa del porto e del fiume. Poi si dovrebbe dare attuazione, finalmente, al piano regolatore portuale, perché altrimenti si rischia la deriva del porto, ed anche il collegamento passeggeri estivo con la Croazia, potrebbe essere a rischio. 

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