Nell’attuale momento di crisi che trae origine dalla lunga ed indiscussa egemonia liberista ricorre il 26° anniversario della scomparsa di Federico Caffè, illustre economista e figlio dimenticato della città di Pescara. Il 19 aprile alle 17.30 presso l’aula consiliare del Comune di Pescara sarà ricordato Federico Caffè. All’incontro parteciperanno Giovanni Cordova quale esperto in dinamiche sociali, il regista William Zola leggerà una lettera di Ciampi su Caffè e alcuni testi di Caffè. Giovanni Legnini e Vannino Chiti. Testimonianze da allievi di Caffè e dalla dirigente scolastica dell’Istituto Acerbo che è la scuola dove Federico Caffè studiò a Pescara. Per il consigliere comunale del PD Antonio Blasioli “sarà l’occasione non solo di una commossa memoria per la sua vicenda umana che è legata alla scomparsa dell’individuo, ma anche l’occasione per riscoprire la sua persona in questo tremendo momento di crisi, la lucidità dell’analisi economica del Prof. Caffè, congiuntamente alla coerenza del suo impegno civile. Caffè si voleva sentire vivo, lo scriveva ripetutamente in alcune lettere. Non amava sentirsi considerare un monumento. Nella notte del 15 aprile del 1987 esce di casa e lascia sul comodino della propria abitazione le chiavi, il passaporto e i suoi occhiali. Lasciò gli occhiali. Lo interpreto un modo simbolico per dire che ha visto ed ha descritto una società. Ha visto ed ha analizzato le dinamiche economiche ed ha visto ed ha avuto occasione di dire che il mercato da solo non ha virtù taumaturgiche, non è capace di autoregolamentarsi ma anzi genera disoccupazione e ingiustizie sociali. Quelle cose le ha viste con quegli occhiali ma quegli occhiali li abbandona perché la politica e la società hanno deriso la sua visione della società, non hanno apprezzato il suo essere “consigliere del cittadino e non del principe”, lo hanno ritenuto un personaggio scomodo. Federico Caffè scompare. Un cold case del 1987, così titolava un importante quotidiano alla ricorrenza dell’evento nel 2012. Un caso irrisolto cui seguì molto clamore. Centinaia di studenti della Facoltà di economia di Roma in cui insegnò cercarono il Prof. all’indomani della scomparsa. Settimane di ricerca che non portarono a nulla ma quei ragazzi che cercarono Caffè sono la testimonianza di quanto fosse apprezzato il Prof. nel mondo studentesco. “Mi piace pensare” -aggiunge Blasioli- “che tra quei ragazzi che cercarono Caffè ci siamo anche noi. In una città che ha dimenticato questo suo figlio illustre come rimarcava Caffè in un’intervista a Nadia Tarantelli, noi ricordiamo per il terzo anno consecutivo il pensiero economico estremamente attuale di Federico Caffè, alla ricerca non dell’individuo Caffè ma della persona Caffè fatta del suo pensiero, delle sue relazioni, del suo modo di fare e di essere. Quella notte del 1987 Caffè uscì di casa ma non uscì di scena perché come spesso accade i grandi profeti inascoltati nel loro tempo divengono illuminanti maestri dei nostri giorni”.
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