Saranno gli esami balistici, più che le analisi sui piombini, a fare chiarezza sullo sconcertante episodio di venerdi notte sulla strada parco a Pescara, dove un ignoto cecchino ha sparato, da un palazzo di Via Gioberti, con un fucile o una pistola ad aria compressa, a tre passanti, ferendone due in maniera lieve, e colpendo all’occhio un cuoco cinese di 44 anni ancora ricoverato all’ospedale. Il presunto responsabile, un bancario di 45 anni, individuato e denunciato dalla Squadra Mobile, continua a dichiararsi innocente . Gli uomini della Squadra Mobile di Pescara diretti da Pierfrancesco Muriana sono, però, giunti alla sua identificazione dopo aver trovato nella sua abitazione ben 47 armi in libera vendita tra pistole e fucili. Secondo gli inquirenti sarebbe lui il responsabile del folle agguato anche per via di vecchi problemi di natura piscologica e di mobbing sul posto di lavoro. Tuttavia, nonostante sia stato messo sotto torchio per oltre sei ore presso la questura, l’uomo ha continuato a dichiararsi estraneo ai fatti. A questo punto sarà fondamentale accertare, attraverso gli esami balistici, che i colpi siano partiti da una delle sue armi. Appare, infatti, improbabile che si possa analizzare i piombini, visto che l’unico, per cosi dire, recuperato é quello ancora conficcato nel collo del cuoco cinese e che i medici, visti i molteplici rischi, non ritengono opportuno estrarre. “In ogni caso – ci riferiscono dalla Questura – sarebbe assai improbabile risalire all’arma attraverso l’analisi dei piombini che essendo particolarmente duttili al momento dell’impatto si deformano in maniera irreversibile.” Fondamentale a questo punto ricostruire, attraverso esami balistici in corso, la precisa traiettoria per dimostrare, ogni ragionevole dubbio, che i colpi provenivano dal balcone del bancario. Altro elemento importante sarà accertare l’eventuale modifica delle armi poste ancora sotto sequestro.
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