video » Imprese, giornata di mobilitazione nazionale

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imprese1«La politica non metta in liquidazione le imprese. Rete Imprese Italia non farà sconti». È questo lo slogan che oggi in tutta Italia, accompagna la mobilitazione promossa da Rete Imprese Italia, il network fondato dalle principali associazioni imprenditoriali della piccola impresa e che riunisce oltre 2,5 milioni di aziende. In Abruzzo le associazioni Casartigiani, Cna, Confartigianato e Confesercenti si mobilitano in tutte le quattro province, con altrettante assemblee pubbliche in contemporanea nelle sale consiliari delle Camere di Commercio. Ogni sede camerale è collegata in diretta streaming con l’evento nazionale: è la prima volta che le principali sigle della piccola impresa promuovono insieme  una mobilitazione di questa portata.
In ognuna delle Camere di commercio gli imprenditori ed i dirigenti delle quattro confederazioni discutono i temi del fisco, del lavoro, del credito, della burocrazia e delle infrastrutture, con la presentazione alla politica di documenti sulle emergenze provinciali per le piccole imprese.

Il Documento per l’Abruzzo e Pescara

Le associazioni d’impresa abruzzesi e della provincia di Pescara, Casartigiani, Cna, Confartigianato e Confesercenti, promotrici dell’odierna giornata di mobilitazione indetta da Rete Imprese Italia, nel condividere i temi generali posti al centro della riflessione dell’opinione pubblica, delle istituzioni, dei mezzi di informazione, intendono sottolineare alcune delle specificità legate alla condizione della nostra regione. Una regione, va ricordato, che manifesta – pur nella generale crisi che vive il nostro Paese – segni peculiari e specifici di tipo recessivo, confermati peraltro da diversi indicatori generali (tasso di occupazione, erogazione del credito alle imprese, andamento dell’export, tasso di mortalità delle imprese, prodotto interno lordo) che la pongono in coda alla graduatoria dei territori italiani e perfino del Mezzogiorno d’Italia (come nel caso del Pil).
Un caso particolare, quello dell’Abruzzo (e della provincia di Pescara) che si traduce nell’indicazione di alcuni obiettivi comuni.

1) Rilanciare lo sviluppo, a partire dal credito
Va posta con urgenza all’attenzione del confronto con istituzioni, forze politiche e sociali, la questione del rilancio dello sviluppo della nostra regione. Sviluppo sul quale fa da freno l’inaccettabile pressione fiscale, a carico di imprese e famiglie, dovuto ai debiti del sistema sanitario: bisogna proseguire con coerenze e determinazione sulla strada della eliminazione totale delle addizionali Irap e Irpef, in modo da rilanciare i consumi e dare respiro ai bilanci delle imprese. Occorre poi dare rapida attuazione a quanto stabilito nell’intesa fra imprese, sindacati e Regione, mettendo al più presto a disposizione dell’economia quelle risorse (Fondi Fas e comunitari) che rappresentano gli unici strumenti finanziari oggi sul tappeto. In questo senso, appare prioritaria la destinazione di 24 milioni di euro a favore dei confidi, per favorire l’accesso al credito delle imprese. Accanto alle azioni immediate, tuttavia, vanno individuate ulteriori misure, di carattere strategico, in grado di rilanciare le politiche di investimento, tanto nel settore industriale che in quello delle infrastrutture e dei servizi.

2) Macroregione Adriatico-Ionica, un’occasione da non disperdere
Nel primo caso, prevedendo politiche attive per l’attrazione di nuovi investimenti industriali e per il mantenimento delle presenze produttive più significative in Abruzzo. Nel  secondo, rendendo la nostra regione protagonista del processo di creazione della macro-regione adriatico-jonica, accanto a Marche, Molise e Puglia, in modo da superare la scarsa competitività del nostro territorio legata ai mancati investimenti sull’Alta velocità ferroviaria; o alla debolezza delle infrastrutture portuali e aeroportuali. Va inoltre rilanciato l’Abruzzo dei parchi, straordinaria risorsa per le aree interne della nostra regione. Le politiche di promozione turistica dovranno essere orientate alla riproposizione della “Regione verde d’Europa”: un marchio che fa dell’Abruzzo un unicum a livello continentale, in contrapposizione con le assurde frammentazioni del passato; una straordinaria occasione di lavoro per le nuove generazioni, un valore aggiunto per il nostro Pil, ma che le politiche degli ultimi anni, hanno colpevolmente dimenticato. In questo contesto vanno valorizzate le filiere dell’agro-alimentare di qualità e dei prodotti tipici.

3) Ricostruzione del cratere sismico
A circa quattro anni dal terribile terremoto del 6 aprile 2009, ancora troppo resta da fare per la ricostruzione della città dell’Aquila e delle decine di comuni coinvolti. Le risorse recentemente stimate dal ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, in complessivi 3,4 miliardi di euro, devono essere messe immediatamente a disposizione degli enti locali e delle strutture preposte al processo di ricostruzione, che a loro volta devono snellire sensibilmente le procedure burocratiche necessarie e ridurre drasticamente i tempi. Solo in questo modo sarà possibile rilanciare un cantiere che potrebbe rappresentare un eccezionale volano di sviluppo per la difficile situazione occupazionale della nostra regione.

4) Zona Franca Urbana di Pescara
La Regione Abruzzo deve dire con chiarezza in che modo intende finanziare la Zfu della città di Pescara, dopo il via libera dato dal Parlamento con gli emendamenti al “Decreto sviluppo”. Si tratta di un obiettivo che vede unite da anni tutte le categorie produttive della città, le forze sociali, i sindacati dei lavoratori, le principali istituzioni locali, in una richiesta che consentirebbe di rilanciare in modo significativo una delle aree della maggiore città abruzzese a più elevato tasso di degrado. Grazie alla sua istituzione, sarebbe offerta alle imprese che intendono investire una importante opportunità, attraverso incentivi erogati sotto forma di sgravi significativi di natura fiscale e contributiva.

5) Il sistema regionale dei porti e il Porto di Pescara
La condizione di paralisi in cui versa da quasi due anni la principale infrastruttura portuale regionale dedicata al turismo, che appesantisce l’intera capacità di risposta del sistema portuale abruzzese, deve essere superata con l’avvio immediato dei lavori di dragaggio, peraltro già consegnati all’impresa esecutrice, ma al contempo non sono più tollerabili i ritardi nell’approvazione del nuovo Piano Regolatore Portuale, anche in virtù del più complessivo disegno di riqualificazione delle aree adiacenti al porto canale ed al porto turistico. Nell’ottica di un potenziamento e di una messa in rete del sistema portuale abruzzese, occorre prevedere un sostegno straordinario alle categorie economiche più duramente danneggiate (marineria, operatori commerciali, ecc.) da una paralisi che ha prodotto danni vistosi all’economia della città e della regione. Nello stesso tempo, occorre rilanciare, già a partire dalla prossima estate,  come già avviene per i collegamenti aerei, le linee veloci con l’altra sponda dell’Adriatico, che possono costituire una importante occasione di rilancio della nostra economia turistica.


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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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