Podemos, la storia del movimento nel libro di Russo Spena

finestrino treno rotto

PODEMOS-Oggi, venerdì 27 febbraio, il giornalista Giacomo Russo Spena, co-autore con Matteo Pucciarelli, interverrà alla presentazione di “PODEMOS, la sinistra spagnola oltre la sinistra” (edizioni Alegre 2015). Il libro, con prefazione di Moni Ovadia, racconta la rapidissima ascesa del partito-movimento nato con le elezioni europee e oggi in testa ai sondaggi in Spagna. Nell’occasione si discuterà anche di Grecia, visto che Russo Spena, sempre in coppia con Pucciarelli di Repubblica, è autore anche del libro uscito nel 2014 “Tsipras chi? Il leader greco che vuole rifare l’Europa”. Proprio ad Atene, in chiusura della campagna elettorale di Tsipras, il leader spagnolo dal palco ha lanciato lo slogan ripetuto da migliaia di manifestanti la notte della vittoria “Syriza Podemos Venceremos” e rilanciato sulla prima pagina del quotidiano della sinistra radicale greca. Una preziosa occasione per conoscere meglio, dunque, i due fenomeni politici che stanno mettendo in discussione da sinistra l’Europa neoliberista. Giacomo Russo Spena, giornalista di Micromega, è stato redattore de il manifesto. Ha scritto con Daniele Nalbone “Ripuliti. Postfascisti durante e dopo Berlusconi” (Castelvecchi 2012) che ha anticipato molte delle situazioni emerse con i recenti scandali di Roma Capitale. Due gli appuntamenti abruzzesi per Giacomo Russo Spena:

– alle 18 a Chieti, presso la libreria De Luca in via De Lollis, ospite della lista L’Altra Chieti e del candidato sindaco Enrico Raimondi;

– alle 21 a Pescara, presso la sala polivalente Britti nell’ex-Mercato Coperto di San Donato via Rio Sparto, dove lo accompagneranno nella discussione il giornalistaStefano Buda e Maurizio Acerbo di Rifondazione Comunista.

Dalla presentazione di Podemos: “È stata la sorpresa delle ultime elezioni europee in Spagna e i sondaggi la proiettano oltre il 25%, prima forza politica del paese. Una esplosione che ha visto i suoi iscritti online arrivare in pochi mesi quasi a 300 mila. In Italia sono definiti “i grillini spagnoli”. Se le somiglianze sono innegabili, le differenze però sono di più. Podemos nasce dalla rivolta contro la “casta”, ma soprattutto dall’onda lunga del movimento degli indignados. Il suo gruppo dirigente proviene per formazione e cultura dal variegato mondo della sinistra radicale, e in Europa ha deciso di stare con il gruppo di Alexis Tsipras, di cui condividono il programma anti-austerity. Ma preferiscono presentarsi come “né di destra né di sinistra”, privilegiando la metafora del “basso contro l’alto”, del 99% contro l’1%. Nei circoli di Podemos non si trovano i poster di Che Guevara o del subcomandante Marcos ma solo manifesti viola, il colore della ribellione, con sopra un cerchio bianco a raffigurare il potere decisionale diffuso. «Di “unire la sinistra” non me ne importa nulla», ripete spesso il leader del movimento Pablo Iglesias, «noi siamo per l’unità popolare». Di fronte alla sconfitta storica della sinistra, preferiscono ripartire da zero. In un intreccio ideologico che tiene insieme Antonio Gramsci e il teorico populista Ernesto Laclau, le forme più classiche e assembleari dei movimenti con la centralità della rete, l’idea della democrazia diretta con un leaderismo molto forte. Iglesias, “el coleta”, è un personaggio politico anomalo, con aspetti affascinanti e contraddizioni evidenti, e fa paura all’establishment finanziario. Un fenomeno che non mancherà di esercitare un forte impatto sul dibattito della sinistra ma anche sui destini dell’Unione europea. «La politica è desiderio. Fare politica nel XXI secolo è capire le condizioni di sfruttamento dell’operaio cinese, la negazione del diritto allo studio della studentessa spagnola, i problemi di salubrità nelle favelas di Rio di Janeiro, la precarietà del ricercatore italiano o la rabbia del gay russo. La politica è desiderare di essere la parte che crea un altro mondo»”.

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