ABRUZZO – Predicano bene ma razzolano male i dirigenti e i direttori delle aziende di trasporto pubblico che in barba alla legge regionale che di fatto riduceva per il triennio 2011-2013 il 5% dei trattamenti economici complessivi ,prendendo spunto dalla sentenza emessa dalla Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità di una legge nazionale analoga, si sono riappropriati delle somme tagliate . Il tutto pare a insaputa della Regione come è emerso dopo che la vicenda è stata portata alla luce dalla FILT CGIL che, come riferisce il segretario generale Franco Rolandi, ha chiesto spiegazioni all’assessore ai trasporti Giandonato Morra . Il sindacato non si ferma e con una lettera sottopone il caso anche a tutti i gruppi consiliari e al presidente del consiglio regionale Nazario Pagano.
Il segretario Rolandi insieme al segretario di organizzazione Luigi Scaccialepre spiega che, come riferito dallo stesso assessore Morra,  ” se si chiedono sacrifici ai cittadini è giusto che tutti facciano la loro parte”. Ma “i dirigenti e direttori di Arpa, Gtm e Sangritana oltre ad aver agito senza informare la Regione e, forse con il placet dei consigli di amministrazione delle aziende di trasporto pubblico, si sono giustificati affermando di non aver avuto alcun aumento di stipendio… si noti la sottigliezza – fa notare FILT CGIL – in effetti non c’è stato alcun aumento , si sono solo riappropriati di ciò che era stato loro tagliato”. Il sindacato chiede che sia fatta chiarezza e torna a sollecitare una accelerazione della Riforma del trasporto pubblico in Abruzzo che prevede la riduzione da 3 ad una sola azienda e ciò comporterebbe di conseguenza i tagli .di varie poltrone.

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