Porto Pescara: operatori marittimi rassegnati

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Porto-di-Pescara-1024x598La motocisterna Galatea è riuscita ad attraccare, dopo che nei giorni scorsi a causa dei bassi fondali è stata dirottata a Falconara, ma questa è solo una magra consolazione per gli operatori marittimi e commerciali. Il porto di Pescara è alla deriva, la rassegnazione di chi lavora attorno allo scalo è palpabile: “13 milioni buttati a mare per il precedente dragaggio che nulla ha risolto”, dicono. Dopo la mareggiata dei giorni scorsi sabbie e detriti si sono accumulati nel fondo della darsena, addirittura ci sono voci che i “materassi” speciali posizionati a nord, si siano ribaltati a causa del forte vento. Insomma non c’è sbocco per il fiume e per il porto. Marco Santori, operatore marittimo, lancia quella che è più di una provocazione: “Visto che i precedenti interventi non hanno risolto nulla, chiediamo alle Istituzioni di dare a noi i fondi che pensano eventualmente di stanziare, così appianiamo i debiti, e chiudiamo le attività. In questi quattro anni non abbiamo più lavorato e non certo per colpa nostra”.  

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