E’ stata la madre di tutti gli scandali della Regione dal 2000 in poi, da questa, ad esempio hanno preso le mosse le indagini di Sanitopoli, ma con il passare degli anni l’inchiesta sulla Fira Abruzzo ha leggermente perso d’interesse a cominciare dall’uscita di scena, dopo aver scelto il patteggiamento, del suo principale imputato, l’ex presidente Giancarlo Masciarelli. Il processo si avvia ora verso le sue battute conclusive con la requisitoria affidata ad Anna Rita Mantini, il Pm che ha ereditato un’enorme mole di faldoni dal Sostituto Procuratore Filippo Guerra, il magistrato che nell’ottobre del 2006 svelò intrecci ed intrighi legati al dirottamento di fondi statali, ma soprattutto dell’Unione Europea, verso imprese amiche, da parte di politici, funzionari, imprenditori e consulenti per una truffa che si aggirava sui 16 milioni di euro. Erano gli anni della famosa legge sui capannoni, molti dei quali costruiti con fondi dell’Unione Europea ed abbandonati a se stessi, ma anche della spregiudicata gestione della Finanziaria Regionale, trasformatosi in un vero e proprio comitato d’affari a vantaggio di una lunga serie di imprenditori in accordo, secondo l’accusa, con il “dominus” Masciarelli. 63 i rinviati a giudizio tra società e persone fisiche, tra queste molti degli imputati di Sanitopoli, come l’ex assessore regionale Domenici, ma anche Vincenzo Maria Angelini. Nel corso del processo diversi imputati sono usciti di scena, chi perchè prosciolto, chi, come Masciarelli, per aver intrapreso altre strade come il patteggiamento che gli é costata una pena di 3 anni e 4 mesi ma che, va ricordato, comprende anche la condanna per Sanitopoli. Va precisato che gran parte dei reati sono andati prescritti, e che restano in piedi il reato di associazione per delinquere, ricettazione ed esportazione di denaro all’estero, riferiti, a vario titolo, singolarmente ai vari imputati.

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