Processo Housework, le reazioni a Palazzo di città

Pescara consiglio comunaleIl day after l’assoluzione in secondo grado per tutti gli imputati del Processo Housework, in primis per l’allora sindaco Luciano D’Alfonso, non può che passare dalle stanze ed i corridoi del Comune di Pescara, trascinato nel dicembre del 2008 nell’agone mediatico nazionale per uno scandalo i cui effetti si sono dissolti sul piano giudiziario, ma non certo sul piano politico. Molti dei testimoni dell’epoca sono ancora presenti a Palazzo di città e alla luce della sentenza non possono che rivivere sensazioni contrastanti. Tra questi una delle più accanite sostenitrici di D’Alfonso, l’attuale assessore al patrimonio culturale Paola Marcheggiani ed il suo presunto fioretto sui sandali da indossare fino al giorno dell’assoluzione: “I sandali li indosso anche oggi perché fa caldo – confida la Marcheggiani – sul mio vero fioretto, però, preferisco non dire. Quello che invece mi preme dire è che non mi sono mai vergognata di elogiare D’Alfonso anche in tempi in cui era perfino vietato nominarlo e quando in Comune mi chiamavano “La vedova”, ed ora che è emersa la verità resta il rammarico per quello che poteva diventare questa città e non è stato.” Non aveva ancora iniziato a fare politica nel 2008 Eugenio Seccia di Forza Italia, il quale conosce però bene la vicenda: “Si è sempre contenti quando una persona viene assolta e sul piano umano non posso che esserlo anche io, resta il fatto, però, che il nostro era e resta un giudizio fortemente negativo sulla politica amministrativa di D’Alfonso.” Tirato in ballo, poi prosciolto, l’allora portavoce di D’Alfonso ora capogruppo in Comune del Pd, Marco Presutti: “Ci fu una macchinazione dei nostri avversari politici, incapaci evidentemente di fare proposte alternative serie, per spazzare via un progetto politico, fu interrotto un percorso di vero rilancio per la città e pensando a quello che accadde poi, ora siamo qui a tentare di recuperare in maniera difficoltosa il tempo perso.” Sedeva e siede ancora sui banchi dell’opposizione Marcello Antonelli di Forza Italia: “Il mio giudizio resta fortemente negativo, al di là delle sentenze, Luciano D’Alfonso stava svendendo la città regalando l’area di risulta ad un imprenditore e facendo più o meno la stessa cosa per il cimitero, gli effetti di quello scellerato progetto lo stiamo pagando ancora oggi.”

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