E’ entrata questa mattina nella sua fase decisiva l’inchiesta della Procura dell’Aquila che nei mesi scorsi ha portato al sequestro di 800 balconi a rischio crollo in 5 quartieri del progetto Case all’Aquila e al sequestro anche di un’intera palazzina – la numero 19 dell’insediamento di Cese di Preturo – dove nel settembre scorso si staccò un balcone per “difetti di costruzione” e uso di materiale scadente. Gli uomini del Corpo Forestale dello Stato nella gironata di ieri hanno allestito nelo specifico due appartamenti e altrettanti balconi per poter questa mattina procere alla prova di carico affidata agli esperti nominati dalla Procura. Uno scenario con pochi curiosi, visto che quasi tutti gli abitanti delle palazzine sono stati evacuati e trasferiti in altre new town. E’ dalla relazione dei tecnici -l’architetto Carlo Maria Perotti e l’ingegnere Umberto Scalzotto, entrambi di Torino, con gli ausiliari Bernardino Chiaia, ordinario di Scienze delle costruzioni al Politecnico di Torino, e il geometra teramano Claudio Di Natale- che dipende la svolta delle indagini.sarebbero 39 le persone iscritte nel registro degli indagati, cioè coloro che hanno avuto competenze e responsabilità nella filiera del progetto Case, costituito da circa 4500 alloggi antisismici disseminati in 19 insediamenti, appaltato dalla Protezione Civile, costato circa un miliardo di euro e costruito a tempo di record per dare un tetto a oltre 16.500 aquilani rimasti senza casa dopo il terremoto del 2009. Tra le altre cose, il pm titolare dell’inchiesta, Roberta D’Avolio, vuole avere indicazioni sulla condizione statica con l’obiettivo di verificare se vi possano essere eventuali pericoli negli altri 493 alloggi abitati dove sono stati posti sotto sequestro 800 balconi. Ai tecnici il pm ha chiesto anche di stabilire qualità dei materiali, staticità, grado di sicurezza e modalità di costruzione. A Cese di Preturo erano presenti anche tecnici dell’Università dell’Aquila incaricati delle misurazioni.