Egregio Direttore,

con la decisione varata sul riordino delle province il “Governo dei Tecnici” ha confermato come l’Italia sia realmente a sovranità limitata.

Dopo una finanziaria di lacrime e sangue imposta a un paese già martoriato da una gravissima crisi economica e sociale, i poteri forti dell’alta finanza globalizzata sono scesi “al dettaglio” scompaginando il tessuto amministrativo nazionale, la storia, le tradizioni e le specificità di solidi territori provinciali: un abietto mercimonio alimentato dal fallimento della politica dei partiti che non sapendo come “sfangarla” hanno delegato ai tecnocrati montiani il destino dell’Italia.

Così come ha fatto la Regione Abruzzo, che ha deciso di non decidere con la proposta “Zero Province”: sai che risate..

Sai che risate.. di fronte al dramma di una Provincia come quella di Chieti, l’unica ad avere i requisiti per rimanere autonoma, che si vorrebbe sottomettere a quella di Pescara che i requisiti invece non li ha.

Sai che risate.. da parte di quei nostrani politicanti, imprenditori e giornalisti, tifosi e ruffiani (loro, si, veri campanilisti) di quella strana “pescaresità” che tutto deve, attorno a se, compulsivamente inghiottire.

Ma il tempo non è ancora scaduto, non è bello ridere tanto con la partita in corso.

Molte municipalità e province in via di accorpamento stanno organizzando una serie di iniziative, giuridiche e parlamentari, per scongiurare la trasformazione in legge del decreto.

E Chieti ci sarà, col suo Sindaco in testa.

Chieti e la sua Provincia devono crederci, ci sono ancora i presupposti per far valere diritti che una cinica classe politica e imprenditoriale vorrebbero calpestare.

Chieti e la sua Provincia raccolgano le energie per una battaglia identitaria di forte coesione civica, servirà fino all’ultimo istante: per vincere la partita.

Marcello Michetti – Presidente Consiglio Comunale Chieti