Da oggi la Provincia di Teramo opera senza gli oltre cento dipendenti della Teramo Lavoro: problemi in molti settori, disagi e file al Centro per l’Impiego del capoluogo. 110 persone alle quali la società in house non ha potuto rinnovare i contratti in scadenza perché la Provincia, a causa dei tagli confermati con la Legge di stabilità, è stata costretta a non reiterare le convenzioni. In questo momento, infatti, non ci sono né le risorse del Fondo sociale europeo (situazione comune anche ad altre Province) utilizzate dal settore Lavoro né quelle di bilancio che servono agli altri settori. Il presidente Catarra insieme all’assessore al Lavoro, Eva Guardiani, sta valutando un’ipotesi di riorganizzazione riguardante tutti e cinque i Centri: dalla sospensione dei servizi specialistici assicurati da figure professionali fornite dalla Teramo Lavoro, alla riduzione degli orari di sportello fino all’accorpamento di alcuni di essi. Inoltre la Provincia ha deliberato di avviare immediatamente le procedure di dismissioni per le seguenti società: Borghi scarl; il Centro Ceramico Castellano; la Socart società consortile artigiani; il Consorzio Alfa; la Banca Etica. Deliberata anche la revoca delle partecipazioni in altri organismi: Museo dello Splendore di Giulianova; Area Marina Torre del cerrano; Associazione Culto e Cultura; Teatro stabile abruzzese; Società dei Concerti “Riccitelli”; Coordinamento Agenda 21; Associazione delle Città Strategiche; Unione province d’Abruzzo; Lega delle Autonomie. Per alcune di queste iniziano le procedure di revoca ma, come specificato in Consiglio dallo stesso Presidente: “In considerazione dell’alta funzione culturale che alcune associazioni svolgono, la Provincia si riserva di ripristinare un contributo non appena e se si verificheranno dei mutamenti nello scenario finanziario”.
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