Punti nascita: “No ai ragionieri della sanità”

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nascita punti“Appresa la decisione del comitato per il percorso nascite regionale di eliminare il punto nascita del nosocomio di Atri, ribadisco la mia contrarietà alla logica che ha guidato tali scelte. La politica sanitaria non è fatta solo di numeri e cifre, ancorché affatto vincolanti nel caso in oggetto, e non può prescindere da logiche di servizio e necessità territoriali”. Lo afferma il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Sandro Mariani. “E’ stato affermato che i numeri di Atri non sono sufficienti a tenere in piedi il servizio; ribatto che alla quota, ormai famigerata, dei 500 parti non manca che qualche unità, così come altrove mancano numeri per arrivare alla soglia delle 1000 nascite annue e che ritengo dunque impensabile applicare un mero criterio ragionieristico, quando si tratta di tutelare la salute delle gestanti e dei loro figli. Dove approderanno – si chiede Mariani – le partorienti di un territorio così complesso da un punto di vista della conformazione e della viabilità? Ci aspettiamo che salgano i numeri dell’ospedale di Teramo o che piuttosto venga ingolfato l’ospedale della vicina Pescara? Non si tratta della difesa di un campanile, come sa bene il collega Monticelli, con cui ho condiviso in questi primi mesi di esperienza regionale, partecipazione e collaborazione nei confronti del nostro territorio, quanto piuttosto dell’impostazione della politica sanitaria di un’intera provincia, troppo spesso bistrattata da quotazioni al ribasso. Quello che mi chiedo in tal senso, è quale futuro vogliamo prevedere per l’ospedale di Atri, dove piuttosto che smembrare singoli pezzi nel tempo, per ridurlo a qualcosa di ineluttabilmente non funzionale, occorre sin da oggi rilanciare per specializzazioni funzionali, di cui la popolazione deve essere resa parte integrante ed attiva. E voglio rilanciare anche nel caso di specie, riflettendo sull’esperienza recente del punto nascita di Sant’Omero, rinvigorito da esperienze innovative come il parto indolore, o ancor di più sull’assenza nella nostra Asl di una Terapia Intensiva Neonatale, che potrebbe far parte di quel salto qualitativo che abbiamo promesso e vogliamo rendere ai nostri concittadini. Non intendo arrendermi a decisioni prese freddamente su un foglio di calcolo – commenta infine il capogruppo Pd – e per questa ragione coinvolgeremo tutti gli attori protagonisti di questa battaglia per il nostro territorio”.
“La scelta di chiudere il punto nascita dell’ospedale San Massimo di Penne la considero scellerata e senza criterio”. Lo afferma il consigliere regionale del M5S, Domenico Pettinari, che interviene sulla decisione assunta dal Comitato per il percorso nascite regionale (Cpnr) di includere nella lista dei tagli anche il reparto dell’ospedale di Penne. “Il San Massimo è un presidio sanitario strategico e fondamentale per il territorio vestino, che copre un’area montana vasta. Com’è noto, peraltro, i collegamenti stradali con Pescara sono in condizioni precarie. Il M5S, già in tempi non sospetti e in occasione della manifestazione pubblica sulla sanità vestina, aveva denunciato il tentativo di chiusura del punto nascita di Penne, pianificato nella precedente amministrazione regionale di centrodestra. Non capiamo, invece, come si possano utilizzare i denari pubblici per acquistare altri immobili per ospitare uffici amministrativi della Asl, anziché investire quelle risorse nella sicurezza del punto nascite di Penne. Ovviamente, la Cpnr, nominato per decreto dal presidente D’Alfonso, ha agito secondo le indicazioni della politica. Non ci sono alibi”, dice infine Pettinari.

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