La maggioranza di centrosinistra riesamina la questione della chiusura dei quattro punti nascita, come chiesto nella risoluzione urgente della stessa maggioranza approvata nell’infuocata seduta del consiglio regionale di giovedì scorso. L’assessore regionale alla sanità Silvio Paolucci ha chiesto una nuova convocazione, fissata per la martedì prossimo, del Comitato percorso nascita regionale e chiesto un parere all’Agenas sul decreto commissariale con il quale è stata stabilita la chiusura dei 4 punti nascita di Sulmona, Ortona, Penne e Atri. Alla richiesta spedita all’Agenzia Nazionale è stata allegata tutta la documentazione in base alla quale sono stati individuati i quattro punti nascita da riorganizzare. Al vaglio potrebbe giungere anche il documento riemerso ieri a Sulmona di una prima commissione tecnica che aveva risparmiato dai tagli il nosocomio peligno.
La partita vera, più che in Abruzzo si gioca ovviamente a Roma, dove non tira una buona aria per le Regioni sui fondi sanitari. Siamo anzi al braccio di ferro, con queste ultime che tentano di trovare un accordo con il Governo sui tagli alla sanità per il 2015, pari a 2,25 miliardi di euro, ma avvertono che non sono in grado di sostenere altre decurtazioni e soprattutto che intendono rivedere il Patto per la salute. In un clima infuocato anche dalla campagna elettorale che esaspera le posizioni dei Governatori, e dalle anticipazioni sui piani del Governo. Nelle indiscrezioni pubblicate da “Repubblica” sul Patto della Salute che il Governo si appresta a presentare alle Regioni, ci sarebbe una stima di circa 2 mila reparti inutili negli ospedali di tutta Italia, di cui dovrà essere disposta la chiusura, insieme allo stop delle cliniche convenzionate con meno di 40 letti e la riduzione delle centrali operative del 118. Se le indicazioni del Governo dovessero essere confermate, sarà ancora meno facile rivendicare a Roma la sopravvivenza dei punti nascita sottodimensionati, e forse anche di altri asset sanitari dell’Abruzzo, come delle altre Regioni.
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