Racket prostituzione a Pescara: Buttata sulla strada e costretta ad abortire a 18 anni

 

prostitutarumenaLa drammatica storia di Anja (nome di fantasia), una delle tante giovani donne rumene che lasciano il loro paese per venire a lavorare in Italia. La sua vicenda diventa nota alle forze dell’ordine due giorni dopo l’operazione della Squadra Mobile di Pescara, lo scorso 9 febbraio, nei confronti  un’organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione e che porta all’arresto, tra gli altri, dei due capi, il noto pregiudicato rumeno Vasilica Mihai e sua moglie Stefania Florentina Sin. E’ la stessa Anja che si presenta in Questura, una volta letto i giornali, e decide di raccontare la sua storia. Oggi Anja ha 22 anni, ma all’epoca ne aveva appena 18, un suo connazionale di 35 anni le fa conoscere i coniugi Mihai che subito le trovano un alloggio in un Hotel del centro di Pescara. Il giorno dopo é già sulla strada, in zona Pineta, costretta con pesanti minacce, privata dei suoi documenti, senza conoscere una sola parola in italiano, tutto quello che Anja guadagna lo consegna ai due capi dell’organizzazione. Controllata a vista e senza un centesimo in tasca,per lei é impossibile scappare ed anche avvisare i suoi cari in Romania. Poi, un anno fa, Anja resta incinta di un cliente, Vasilica Mihai e Stefania Sin la fanno  abortire al quarto mese, dopo averla comunque costretta a prostituirsi malgrado il suo stato di gravidanza. Le fanno ingerire dosi massicce di un gastroprotettore (il Cytotec). Una volta espulso il feto Stefania Sin – secondo quanto emerge dal verbale di denuncia – lo getta nel water. Dopo appena 5 giorni di riposo Anja torna sulla strada lavorando mattina e sera, la mattina per appuntamento, la sera sulla strada. La scorsa estate, Mihai e sua moglie tornano in Romania dove stanno costruendo una casa, ma lasciano a presidiare la situazione le loro cognate. Al loro ritorno, vedendo che Anja aveva guadagnato meno di quanto si aspettavano, la riempiono di schiaffi e pugni, poi tre mesi fa, grazie all’aiuto di un cliente, Anja riesce a scappare e venuta a sapere degli arresti, decide di dare la sua versione dei fatti, già agli atti nel dispositivo di conclusione delle indagini nel quale il Pm Paolo Pompa ha anche ipotizzato il reato di procurato aborto, consegnando il tutto al Gip di Pescara Nicola Colantonio.

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