Far luce “sui bilanci e sulla natura del debito” dell’Azienda ‘Majella & Morrone’ ed “avviare un’azione volta a verificare le eventuali responsabilità degli amministratori dell’azienda e di chiunque altro aveva il dovere di vigilare”. È quanto chiede Rifondazione Comunista a proposito dell’azienda che gestisce i servizi sociali dei comuni dell’ex Comunità montana Majella-Morrone, ora Montagne pescaresi, in via di liquidazione. Rifondazione parla di “un’azienda pubblica che da mesi non paga gli stipendi agli attuali 66 dipendenti e di cui due distinti commissari della Comunità Montana in tavoli istituzionali hanno messo in evidenza l’ammontare milionario dei debiti”. Secondo gli esponenti di Rc il debito “non deriverebbe solo dai mancati versamenti di Comuni e Regione. Non vorremmo – dicono – che il debito si fosse accumulato per fatturazioni di servizi non dovuti o per servizi mai svolti”. “Per oltre un decennio – spiegano – l’azienda Majella & Morrone è stata caratterizzata da una gestione assai controversa, con dubbie operazioni economiche e finanziare, che hanno portato ad accumulare un debito che oggi supera i 3 milioni di euro. Al pari dell’Aca, anche quest’azienda è stata ‘occupata’ dal Partito democratico pescarese ed è stata contraddistinta da una gestione clientelare che nel tempo ha visto in prossimità degli appuntamenti elettorali, compresi gli ultimi, crescere il numero di occupati, il più delle volte precari. In alcuni anni l’azienda ha sfiorato i 200 dipendenti”. Nel sottolineare che è necessario “mettere al centro il problema delle persone che hanno necessità di servizi d’assistenza e quello della tutela dei lavoratori”, Rifondazione annuncia di voler presentare, nei prossimi giorni, “interrogazioni nei comuni dell’Ambito sociale n.35” e di voler chiedere “azioni di responsabilità per gli amministratori e l’intervento della Corte dei Conti”.