video » “Re Mida”: Tutti a giudizio ma senza corruzione

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tribunale pescaraQuasi 24 ore di camera di consiglio per il Gup Luca De Ninis per decidere se far partire o meno il processo a carico dei sei imputati dell’inchiesta “Re Mida”, su presunte tangenti nel settore rifiuti in Abruzzo. Alla fine il processo si farà ma senza l’ipotesi del reato più grave, quello della corruzione. Il capogruppo regionale del Pdl Lanfranco Venturoni, Rodolfo ed Ettore Fernando Di Zio e l’ex amministratore delegato della Teramo Ambiente Vittorio Cardarella, dovranno rispondere di peculato, turbativa d’asta ed abuso d’ufficio; discorso a parte per il deputato del Pdl Fabrizio Di Stefano per il quale é stato prefigurato il reato di millantato credito o traffico d’influenza, reato, però, questo introdotto solo nel 2012: “Su qesto argomenteremo nelle sedi opportune – specifica il suo avvocato Massimo Cirulli – non credo ci siano le condizioni per dare il via ad un processo su queste basi.” A Venturoni, invece, decaduto il reato di corruzione, il giudice contesta il mancato ricorso alla gara d’appalto per la realizzazione del famoso bioessiccatore di Teramo, agevolando di fatto il gruppo Deco. Il processo prenderà il via il prossimo 23 ottobre.


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