C’era molta attesa per la nuova legge elettorale che servirà già tra meno di un anno in Abruzzo per il rinnovo del consiglio regionale ma alla fine la montagna ha partorito un topolino. In un primo momento si pensava a tante novità, invece, sostanzialmente si tratta della vecchia legge elettorale senza il listino bloccato e con la piccola novità che stabilisce che in ogni lista nessuno dei due sessi può superare il 60% nelle candidature. Davvero poca cosa rispetto alle aspettative ed in un momento storico in cui la gente chiede che la politica si riformi al più presto. E pensare che ieri sembrava che potesse essere trovata una quadra tra tutti i partiti ma così non è stato. Ogni partito ha pensato ai propri interessi e così è rimasto lo sbarramento al 2% per i partiti in coalizione, il 4% per i partiti che si presentano da soli, niente doppia preferenza di genere. Alla fine la legge è stata approvata ma senza i voti del Partito Democratico che va giù duro su un provvedimento che lascia praticamente tutto come prima. E non sono contente neanche le poche rappresentanti del gentil sesso, di tutte le provenienze partitiche, che si sono viste bocciare il voto di genere dopo tante rassicurazioni. Alla fine sono stati solo otto i voti favorevoli e d’altronde la scelta del voto segreto aveva un suo perché. Il fenomeno dei gruppi composti da un solo consigliere continuerà a proliferare. Il Pdl non vede dov’è il problema tanto che Lorenzo Sospiri ha detto: “E’ la fotocopia della vecchia legge? Che c’è di male, quella in vigore è comunque una buona legge”. Ma allora, ci si chiede, perché agitarsi tanto nei mesi scorsi sbandierando ai quattro venti che avremmo avuto una legge elettorale innovativa?
Che dire, situazione gattopardesca, cambiare per non cambiare nulla, o quasi, in realtà.
{avsplayer videoid=4177}
Be the first to comment on "video » Regione, legge elettorale nuova ma già vecchia"