Assegni a Sergio De Gregorio, “prestiti” da uomini vicini al centrodestra. Soldi che passano per Pescara, come documenta una inchiesta di Repubblica firmata dai giornalisti Carlo Bonini e Giuseppe Caporale. Siamo nel 2006, l’anno della vittoria elettorale di Romanio Prodi. Due anni prima dei fatti oggi al centro dell’inchiesta di Napoli per l’approdo di De Gregorio dall’IDV nelle file berlusconiane. A favore di una società di De Gregorio viene emesso un assegno da 100 mila euro firmato da Adele Caroli (foto), già vicepresidente del Consiglio Comunale di Pescara e soprattutto all’epoca imprenditrice socia di Sabatino Aracu nell’affare dei call-center. Lo stesso Aracu aveva erogato alla Caroli un proprio assegno da 180 mila euro soltanto pochi giorni prima. Una coincidenza temporale che ha fatto sobbalzare gli investigatori della Guardia Di Finanza di Pescara mentre spulciavano i conti di Aracu nel processo Sanitopoli. La Caroli ha detto agli investigatori che si è trattato di una semplice coincidenza temporale e di un suo personale prestito a De Gregorio. Che quest’ultimo avrebbe poi restituito, anche se la Caroli non avrebbe ricostruito ai finanzieri su quali conti bancari.La “3G” di Aracu, ricorda “La Repubblica”, è oggetto di un’inchiesta della Procura per riciclaggio (in cui risulta indagata la stessa Caroli insieme all’imprenditore Vincenslao Di Persio), svela un giro di fondi e finanziamenti che incrociano ancora una volta alcuni dei personaggi chiave nella vicenda della compravendita dei senatori. E’ la “3G” di Aracu infatti che paga fatture gonfiate alla International press di Valter Lavitola (il messo del Cavaliere incaricato nel 2008 di versare in contanti a De Gregorio i 3 milioni prezzo del “tradimento”).

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