Pratiche per i lavori di ricostruzione ferme da più di sei mesi, almeno in provincia dell’Aquila, e arretrati segnalati in tutta la regione. Così Ance, Cna e Api Edil scrivono ai presidenti delle quattro province abruzzesi, della Regione, all’assessore regionale ai lavori pubblici ed al direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni del Cratere. L’attenzione è puntata sulla paralisi delle attività degli uffici ex genio civile abruzzesi “che, di fatto – affermano -, ha comportato il fermo delle attività edilizie, in particolare per ciò che riguarda i lavori connessi alla ricostruzione”. La proposta è di ripristinare, almeno per le pratiche giacenti di tutta la regione, la procedura applicata nella fase di emergenza per il sisma, in vigore fino al 31 agosto 2012, che prevedeva una comunicazione di inizio lavori al genio civile con la consegna del progetto a fine lavori, “così da smaltire l’ingente arretrato – dicono – e non sospendere ulteriormente i lavori in corso nel cratere a causa della mancata emissione dell’attestato di avvenuto deposito che provoca un vero e proprio blocco”. Altra proposta è che venga posticipato, almeno fino al 31 Dicembre 2013, l’entrata in vigore della Legge Regionale 28-2011 “anche perché va aperto a nostro avviso – concludono Ance Cna e Api Edil -, un confronto, tra l’altro, sull’entità dei contributi da corrispondere da parte dei privati”.
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