Ricostruzione: l’appello dei giovani

laquilaL’appello ‘salva-L’Aquilà dei giovani delle istituzioni, del professionismo e del tessuto produttivo del capoluogo nasce dalla necessità di cambiare strategia, perché quella attuata fino a oggi non ha prodotto risultati e la protesta per la protesta, anche eclatante, ha isolato la città sia dagli altri comuni fratelli sia, soprattutto, dal resto delle istituzioni, allontanandoci da Roma e rendendola inavvicinabile”. Lo ha detto il capogruppo in Consiglio comunale dell’Aquila Città Aperta, Emanuele Imprudente, commentando l’iniziativa presa da un gruppo di giovani, per ora 25 sono i firmatari, costituita da un appello-manifesto da proporre anche a livello nazionale, con il quale presentarsi al governo centrale “per cercare di convincerlo a ricominciare a finanziare la ricostruzione dell’Aquila terremotata”. La prossima settimana è prevista un’assemblea pubblica nel corso della quale verrà illustrato il programma delle iniziative legate all’appello. “Fuori le mura – ha continuato Imprudente – c’é un giudizio a dir poco negativo su di noi. Da qui la necessità di riconquistare credibilità, innanzitutto cercando di costruire una coesione, un’unità di intenti tra tutte le forze sociali, politiche ed economiche, per superare le divisioni che hanno contraddistinto questi anni e che non sono dovute a noi”. Per Imprudente i giovani sono “consapevoli che oggi c’é solo una possibilità per riavere la nostra città, e cioé ottenere finanziamenti certi e continui tramite la Cassa depositi e prestiti. C’é la necessità di cambiare passo, coinvolgendo tutti, ma proprio tutti, non sulla protesta o manifestando contro qualcuno. Si cambia passo sulla proposta lavorando uniti verso e dentro le istituzioni, all’interno dei ministeri e con il governo, spiegando come stanno realmente le cose: senza soldi, L’Aquila muore”. “Mi permetto infine di invitare il sindaco Massimo Cialente a raccogliere l’invito del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: riprenda la fascia tricolore, la indossi di nuovo e lavori anche lui a unire la città. Noi comunque lo faremo”.

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