Ricostruzione, le considerazioni di Toto e Catalano (Pli)

toto daniele“L’Aquila è un caso anomalo nella storia delle ricostruzioni post-sisma. La testa dell’ organizzazione della ricostruzione dell’Aquila e dei Comuni del cratere sismico va spostata da Roma alla Regione Abruzzo: serve una nuova governance, perché siamo di fronte a un modo autonomo e privatistico di gestire la ricostruzione”. E’ l’affermazione congiunta del vice presidente della Commissione trasporti della Camera, Ivan Catalano, ex Movimento 5 Stelle, da novembre passato al Pli, e di Daniele Toto, ex parlamentare di Fli, oggi coordinatore nazionale del Partito Liberale Italiano. In una conferenza stampa tenuta insieme al coordinatore regionale Mauro Chilante, Catalano e Toto hanno puntato il dito contro alcuni aspetti cruciali della ricostruzione post-sisma, come lo stallo della proposta di legge sulla ricostruzione privata e quella su L’Aquila capoluogo. In particolare, attraverso una interrogazione al presidente del Consiglio dei ministri inviata lunedì scorso da Catalano, il Pli ha chiesto al governo, su uno dei punti più pesanti della proposta di legge, la lista bianca delle imprese che serve per evitare infiltrazioni mafiose, “se non ritenga opportuno, al fine di garantire la massima trasparenza, che la futura white list venga anche resa pubblica, per espressa disposizione legislativa”. Un altro capitolo riguarda gli amministratori di condominio e il fenomeno delle ‘triadi’, cioè di quella parte di filiera degli appalti milionari della cosiddetta ricostruzione privata che vede “gli amministratori di condominio come figure centrali e che vanno a comporre ‘coppie’ o ‘triadi’, con imprese e/o progettisti che si aggiudicano sistematicamente le commesse milionarie” nell’ambito di appalti privati, cioè affidati senza gara pubblica dalle assemblee di condominio. I liberali chiedono al Governo di prendere in considerazione la possibilità che “la cabina di regia della ricostruzione venga incardinata presso la Regione Abruzzo, incaricando il presidente delle necessarie responsabilità”. Il tutto nell’ottica dell’applicazione del principio di sussidiarietà, ma anche per “confermare prassi amministrativo-scientifiche già consolidate ed applicate coerentemente in ogni sisma precedente ma anche successivo a quello aquilano”. “Di fatto – spiega Catalano – viene impedita la concorrenza delle imprese del territorio. In Regione manca un contatto con Roma – aggiungono Chilante e Toto – anche se il ruolo di Giovanni Legnini, che aveva la delega a sottosegretario di Stato all’Economia con delega alla ricostruzione, fino al suo passaggio alla vice presidenza del Csm, è stato senza dubbio positivo”. In riferimento alla proposta di legge L’Aquila capoluogo, il Pli sottolinea che “c’è un solo aspetto interessante, quello di aprire L’Aquila al resto d’Abruzzo, ma collide direttamente con la realtà del terremoto che ci vede completamente isolati. Senza dimenticare che dal punto di vista della coesione sociale, la situazione è terribile”.

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