(di Marianna Gianforte) La natura si riprende i suoi spazi dove l’uomo non abita più. Cespugli e addirittura piccole piante cominciano a nascondere i resti dei centri storici delle frazioni dell’Aquila, anch’esse danneggiate o distrutte dal sisma e oggi veri e propri luoghi fantasma. Sono passati sei anni da allora e lo scenario che appare girando fra i vicoli fa venire ancora in mente le rovine di Kabul. Come a Roio. I primi cantieri dovrebbero aprire a fine 2015, forse. Intanto alle frazioni, è arrivato soltanto il 6% del totale dei finanziamenti post-sisma erogati sinora, mentre il crono-programma stabilito dal Comune, e in ritardo di due anni, stabiliva una proporzione del 60% per l’Aquila e il 40 per le frazioni. Il rischio è di andare incontro allo spopolamento dei centri.
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