Ricostruzione: Non solo l’USRA in stallo. L’allarme dei costruttori

provincia laquila

GruPagamanti bloccati, lavori spesso sospesi per mancanza di finanziamenti, imprese che chiudono e falliscono, lavoratori messi in cassa integrazione o in mobilità, cantieri fermi. E’ un film già visto quello che si sta svolgendo all’Aquila almeno da un anno, da quando cioè il direttore regionale del Mibac Fabrizio Magani, si è dimesso in seguito a un’inchiesta su presunte irregolarità negli appalti pubblici della ricostruzione e trasferito a Roma per un altro incarico. Tutto è cominciato allora, poi _ nonostante le promesse del nuovo premier Matteo Renzi di mettere L’Aquila al centro dell’agenda di governo e nonostante lo stanziamento di sei miliardi nella Legge di Stabilità per la ricostruzione di qui al 2018_ una a una sono cascate le teste di vari dirigenti della governance della ricostruzione faticosamente messa in piedi. Tra cui l’Usra, l’Ufficio speciale dell’Aquila, da quattro mesi senza un direttore che porti avanti il lavoro di approvazione delle migliaia di pratiche della ricostruzione. Il risultato è ancora una volta una situazione di stallo nel silenzio e nell’inerzia del governo indifferente al destino della città e del suo comprensorio, a un passo ormai dalla crisi sociale ed economica. A lasciare trapelare lo scoraggiamento degli imprenditori è il presidente dell’Ance L’Aquila, Gianni Frattale, che raggiunto a telefono racconta la disperazione _ e non la voglia di polemizzare _ di decine di piccoli e medi imprenditori ai quali si aggiungono artigiani e professionisti, che annaspano per portare avanti i lavori nei cantieri. “Il problema è che le risorse sono solo sulla carta _ dice Frattale _ mentre per sostenere i 500 cantieri esistenti nel solo centro storico in realtà non c’è disponibilità di cassa”. Questo si traduce nell’impossibilità di pagare i Sal, gli Stati di avanzamento dei lavori . “Non c’è orientamento né certezza _ aggiunge il presidente dei costruttori _ e tanti gruppi di costruzioni, anche grandi, non riescono a rispettare le commesse ottenute e si trovano costretti a fermare i cantieri con decine di lavoratori rimandati a casa”. Una situazione che ha conseguenze su tutta la filiera della ricostruzione, certo, ma anche sul tessuto economico e sociale di una città appesa al suo destino.

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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