Ricostruzione: ora decidono i sindaci

ricostruzione-aquila( di Marianna Gianforte ) – Con la pubblicazione della delibera Cipe n. 23/2014 cambia il modo di lavorare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni, che ha sede a Fossa e gestisce la ricostruzione dentro e fuori del cratere sismico. A differenza del passato, ora spetterà ai sindaci decidere come ripartire i fondi che via via vengono stanziati dal Cipe. In sostanza, si tratta di un riconoscimento da parte del governo del buon funzionamento della macchina della ricostruzione del cratere, che ha all’attivo centinaia di cantieri e ora si prepara ad avviarne altri. All’orizzonte, però, c’è la necessità che il governo sblocchi subito altri finanziamenti, perché quasi il 100% di quelli disponibili sono stati già impegnati per i cantieri pronti a partire. Risorse che sono già disponibili. Come saranno ripartite? In passato si stabiliva l’assegnazione dei fondi per ciascun Comune in sede di tavolo di coordinamento dei sindaci, che si riunisce periodicamente, poi successivamente s’inviava la richiesta al governo, il quale a sua volta la inoltrava al Cipe. Adesso, invece, avviene il percorso inverso: il Cipe stanzia i fondi (in quest’ultimo caso 168 milioni) e chiede ai Comuni – in sinergia con l’Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere sismico – di decidere come vanno ripartiti in base al risultato del monitoraggio sui cantieri. “Cambia l’assetto del modo di lavorare”, spiega il capo dell’Usrc, Paolo Esposito, “il Governo in pratica riconosce che il territorio lavora e che la situazione è sotto controllo”. Intanto sono quasi 700 cantieri aperti nei 56 Comuni del cratere sismico dentro e fuori i centri storici.

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