Ci si sarebbe attesa forse una partecipazione più ampia dei parlamentari abruzzesi all’incontro di questa mattina all’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni, a Fossa, ma alla fine i sindaci dei piccoli paesi attanagliati da ostacoli burocratici e pratici spesso maggiori rispetto a quelli dell’Aquila, hanno ottenuto l’impegno richiesto. I parlamentari – convocati a Fossa dal coordinatore delle aree omogenee, Emilio Nusca – si faranno portavoce delle istanze dei comuni nei confronti del Governo in questa fase prolungata di incertezza della governance della ricostruzione. La quale capita proprio in un momento cruciale da un punto di vista legislativo, quello della messa a punto della Legge di Stabilità e del cosiddetto “Sblocca Italia” , che avrebbe avuto necessità più che mai di mantenere un interlocutore dal forte peso politico come era il sottosegretario Giovanni Legnini, da poco eletto vicepresidente del Csm. Per i sindaci la priorità assoluta è la messa a punto di un flusso costante di finanziamenti. I parlamentari presenti questa mattina sono Gianni Melilla di Sel, e Antonio Castricone, primo firmatario dell’emendamento allo Sblocca Italia relativo alla ricostruzione dell’Aquila, e Stefania Pezzopane entrambi, questi ultimi, del Partito democratico. Ha inviato il suo segretario, invece, Vittoria D’Incecco (Pd).
TROPPI RICORSI ALLA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA- L’aumento della mole di lavoro che ruota attorno alla ricostruzione assottiglia anche le risorse destinate dai Comuni alle spese per le attività ordinarie e per la vita quotidiana degli uffici. Capita così che un sindaco debba mettere mano ai fondi in bilancio per pagare gli spostamenti dei tecnici da un luogo all’altro del territorio ricompreso nella ricostruzione, solo per fare un esempio. Un problema che si potrebbe superare con una semplice operazione: destinare l’un per cento dei fondi della ricostruzione a questo tipo di attività. Ma anche in questo caso occorre una legge. A diventare sempre più problematico è, in particolare, il continuo ricorso al Tar da parte di cittadini che hanno dubbi o rivalse a vario titolo: dalla costituzione dei consorzi, fino alle graduatorie per le priorità dei finanziamenti. Una sorta di lotta fra poveri che finisce per pesare sulle casse comunali e, quindi, sulle tasche di tutti i contribuenti.
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