video » Rifiutopoli e le inchieste “differenziate”

discarica rifiutiSullo scandalo dei rifiuti in Abruzzo la Magistratura costretta a fare una sorta di “raccolta differenziata”, rispetto ad un’inchiesta nata da Montesilvano e poi sviluppatasi in maniera del tutto incontrollata ed inaspettata in tanti altri rivoli. Dalla Ecoemme, all’inceneritore di Teramo, passando per la discarica di Cerratina con accenni alla centrale termoelettrica a biomasse di Avezzano. Allo stato attuale sono almeno tre i tribunali che si stanno occupando della vicenda, da Pescara a Teramo, da Teramo a Roma e almeno due i procedimenti: l’operazione “Re Mida” e l’inchiesta sulla “Ecoemme”, minimo comun denominatore il modo con il quale la più grande azienda abruzzese di raccolta rifiuti, il Gruppo Di Zio, avrebbe imposto una sorta di monopolio su tutto il territorio regionale. Per il fascicolo pescarese di “Re Mida” appuntamento al 23 aprile, e intanto aggiornata al 26 marzo la decisione del Gup sulle richieste di rinvio a giudizio per i nove imputati per il fascicolo della “Ecoemme”, la società pubblica-privata dei rifiuti a Montesilvano. Tra questi l’ex sindaco Pasquale Cordoma, Lorenzo Sospiri, Massimo Sfamurri presidente di Ambiente Spa, Antonello De Vico, sindaco di Farindola, Ettore Paolo Di Zio, ex consigliere del Cda; Ettore Ferdinando Di Zio, imprenditore; oltre a Fabio Savini, ex vice presidente del Cda Ecoemme; Paolo Cucculelli, tecnico della Comunità Vestina e Giordano De Luca ex consigliere del Cda di Ecoemme. Tutti devono rispondere del reato di corruzione, mentre Ettore Ferdinando Di Zio anche di truffa. Secondo l’inchiesta i Di Zio avrebbero avuto terreno facile nel dirottare a proprio vantaggio alcune condizioni a discapito degli enti pubblici.


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