video » Riforme: Pasquino e il “Finale di partita”

Pasquino«Cambiare il Pd, ricostruire l’Italia»: è il tema della conferenza tenuta a Pescara da Gianfranco Pasquino, per anni direttore della rivista Il Mulino e docente di scienza politica all’università di Bologna, uno dei politologi ed editorialisti più ascoltati del Paese. Pasquino, che nei mesi scorsi ha pubblicato il volume «Finale di partita. Tramonto di una Repubblica» (Università Bocconi Editore) è intervenuto in un partecipato confronto con il parlamentare pescarese del Partito Democratico Antonio Castricone, che lo ha stimolato sui temi delle riforme costituzionali. Pasquino, senza peli sulla lingua, ha smitizzato molti luoghi comuni anche della sinistra sulla Costituzione, a partire dal giudizio “estetico” su di essa: “Gli stessi padri costituenti –ha detto- erano talmente convinti che la Carta non fosse la più bella del mondo, ma solo ‘perfettibile’ che alla fine scrissero un articolo con cui lasciarono la possibilità di riformarla. Inoltre molti principi furono frutto di un voto a maggioranza. Tutti erano consapevoli di dover giungere ad un compromesso”. Analisi impietosa e giudizi sferzanti, ma anche una indicazione chiara da Pasquino: In Europa, di modelli validi ce ne sono almeno due: quello francese e quello tedesco. Ricostruire un sistema istituzionale squilibrato come quello italiano, significa decidere senza più rinvii quale dei due modelli adottare. Senza più furbizie irresponsabili e fantasie fuorvianti. E prima di tornare a votare.


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L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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