Rimborsopoli: le decisioni dei Pm

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Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, i sostituti procuratori che si sono occupati dell’inchiesta Rimborspoli, hanno annunciato la conclusione delle indagini per quel che riguarda la vicenda delle missioni in Italia e all’estero di assessori e consiglieri regionali della precedente legislatura, facendo sintesi delle circa 30 posizioni analizzate. Tre le richieste di rinvio a giudizio, la più pesante riguarda l’ex assessore Mauro Di Dalmazio che dovrà rispondere dall’accusa di peculato e truffa. In particolare, per quest’ultima, i Pm fanno riferimento a ben 4 missioni (Cernobbio, Milano, Bilbao e Roma) con cene pagate in contanti per due, e un pernotto in un Hotel a 5 stelle, senza fornire dovuta comunicazione in sede di rendicontazione, per non parlare di una lunga serie di missioni a Roma per le quali avrebbe deliberatamente omesso di fornire dato utile a poter meglio individuare la natura e legittimità della missione. Il peculato, invece, riguarda l’uso personale della carta di credito della Regione. Le altre due richieste di rinvio sono per altri due ex assessori, Gianfranco Giuliante ed Angelo Di Paolo, anche loro avrebbero fatto un uso improprio della carta di credito della Regione. Ci sono poi sette posizioni per altrettanti ex amministratori che i Pm hanno deciso di stralciare per competenza in altre Procure italiane dove sarebbero avvenuti i fatti. A Roma i fascicoli riguardanti l’ex presidente Chiodi, il suo vice Alfredo Castiglione e gli ex assessori Gatti, Masci e De Fanis; alla Procura di Verona il fascicolo di Mauro Febbo; a Rimini il fascicolo per l’ex Presidente del Consiglio Regionale Nazario Pagano. Escono completamente di scena per aver dovutamente spiegato i fatti che gli erano contestati, ben 16 persone tra ex assessori e consiglieri regionali anche di opposizione: tra questi la Carpineta, Sospiri, Chiavaroli, Verì, Venturoni e per l’opposizione Cecè D’Alessandro, Costantini e Franco Caramanico.

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