Saffold: un enigma da risolvere

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saffoldREDAZIONE – La Proger Chieti versione casalinga gioca un basket bello, piacevole e spesso vincente. Contro Treviglio solo l’enorme quantità di triple messe a segno da Carnovali e compagni ha tolto i due punti dalla classifica della Proger ma gli applausi sono tutti meritati per una squadra che sta facendo fin troppo bene. C’è un però. Nel basket di alto livello, storicamente, gli atelti americani sono considerati un valore aggiunto per il roster inteso come spettacolo come efficacia come punti nelle mani: in uno sono quel quid irrinunciabile in più che ogni squadra deve avere. E come successe per Glover lo scorso anno, anche in questa stagione c’è chi sta rendendo poco e male: Jeremy Saffold. Facile pensare che nelle gerarchie di Galli Sergio diventi da starting five ma una decisione va presa. Se l’obiettivo della società è quello di chiudere dignitosamente il campionato per partecipare alla prossima lega due unica allora mandare via Saffold e responsabilizzare di più gli altri del roster è la soluzione migliore; se l’obiettivo è invece quello di provare a puntare più in alto possibile ecco allora che diventa necessario portare a Chieti un giocatore già pronto, magari già vistato o comunque un passaportato. Senza scommesse, troppo alto il rischio di perderle di nuovo. Si guardi al mercato dei giocatori in uscita da altre realtà e con caratteristiche bel precise: un 2/1 con tiro perimetrale per permettere a Sollazzo di essere più pericoloso nel suo 1vs1 e per non dare troppe responsabilità al duo Monaldi/ Palermo già miracolosi fino a questo punto della stagione. Potrebbe essere utile anche un 2/3 ma pur sempre con tiro perimetrale. Staremo a vedere quale sarà la soluzione scelta, ma di certo Saffold a Chieti non è di aiuto alla squadra: parlano le cifre che sono oggettive.

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