Salute, tra sonno e declino cognitivo

A sonnoChe rapporto c’è tra il sonno e il declino cognitivo? E, soprattutto, i problemi del sonno potrebbero essere premonitori di disturbi ben più gravi? Su questi interrogativi si è sviluppato il 1° Convegno nazionale che, per 2 giorni a Città S.Angelo, è vissuto sul confronto tra specialisti di medicina del sonno e neurologi. Relatori provenienti da tutta Italia, e non solo, hanno presentato le ultime novità scientifiche e raccontato esperienze. Recenti studi, sull’animale e sull’uomo, evidenziano come alcuni problemi del sonno siano un segno precoce della malattia di Alzheimer e di altri tipi di demenza , influenzandone l’evoluzione: la regolazione neurale del ritmo sonno- veglia è quindi coinvolta nei meccanismi cellulari e molecolari implicati nel declino cognitivo. I disturbi del sonno e del ritmo sonno-veglia (insonnia, apnee , parasonnie, sindrome delle gambe senza riposo , eccessiva sonnolenza diurna, disturbi del ritmo circadiano del sonno ) mostrano prevalenza molto alta ( superiore al 50%) nelle varie forme di demenza e quindi, anche nella pratica clinica, devono essere ricercati e trattati adeguatamente. I diversi disturbi del sonno, inoltre, sono tra i maggiori responsabili dell’ospedalizzazione dei pazienti con demenza e della progressione stessa della malattia. Sempre più importante, quindi, appare la stretta collaborazione tra esperti del sonno e medici e ricercatori che si occupano specificamente del declino cognitivo sia per meglio comprendere le relazioni tra ritmo sonno veglia e funzioni cognitive che per fornire anche ai medici non specialisti raccomandazioni sulla diagnosi e il trattamento.

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