video » Sanitopoli, Cesarone: “mai preso tangenti”

cesarone delturcoPESCARA – Agli atti anche la deposizione di Camillo Cesarone dopo quelle di altri due imputati eccellenti al processo Sanitopoli Domenici e Mazzocca. Il presidente del Collegio dei giudici Carmelo De Santis, avrebbe voluto ascoltare oggi anche l’ex manager di Villa Pini Gianluca Zelli bloccato a Roma per impegni di lavoro, dovrà essere sicuramente presente la prossima udienza mercoledì 30 gennaio quando potrebbero essere ascoltati anche Quarta e Del Turco, mentre Conga sarà certamente ascoltato l’8 febbraio. Siamo nel pieno della fase esame imputati al processo sullo scandalo della sanità in Abruzzo, ed anche oggi si é scritta una pagina importante con la deposizione di uno di quei personaggi, l’ex capogruppo del Pd in Regione, che secondo l’accusa rappresentava una sorta d’intermediario nel presunto trasferimento di tangenti da Angelini ai vari Del Turco e Quarta. In realtà Angelini, in un famoso e drammatico interrogatorio del maggio del 2008, disse ai magistrati che lui le tangenti le dava anche a Camillo Cesarone, tra l’altro suo dipendente a Villa Pini dove percepiva uno stipendio di 7500 euro al mese ricoprendo funzione di dirigente con delega alle relazioni esterne: “Non ho mai chiesto soldi per me e per altri – ha invece dichiarato Cesarone – Angelini non mi ha dato nemmeno un euro per la mia campagna elettorale.” La verità secondo il Cesarone pensiero é invece un’altra: Angelini si sentiva perseguitato e circondato, il suo gruppo era sull’orlo del fallimento, all’orrizzonte i pesanti tagli imposti dal piano di rientro, le indagini in corso e i difficili rapporti con l’Aiop, l’associazione di categoria dell’ospedalità privata: “Angelini veniva tutte le mattine a casa mia a prendersi un caffè e quando non mi trovava perchè magari impegnato a l’Aquila in Consiglio Regionale controllava in tutte le stanze per vedere se c’ero – ha dichiarato l’ex capogruppo del Pd – era ossessionato non faceva che chiedermi incontri con Del Turco sia per avere un occhio di riguardo nei confronti del suo gruppo, ma anche per chiedere delucidazioni sulle inchieste che lo riguardavano. Del Turco lo ricevette in diverse occasioni anche a Collelongo perchè da me sollecitato ma per quanto ne so non gli diceva null’altro che l’unico percorso da seguire era quello dei tagli non solo per lui ma anche per tutte le altre cliniche.” Un Angelini ossessionato – secondo Cesarone – tanto da ingaggiare un’agenzia specializzata per bonificare di tanto in tanto i suoi uffici dalle cimici. Siamo in una fase precisa dell’inchiesta sulla sanità, tra il febbraio e l’aprile del 2008, in una perquisizione a casa Cesarone viene trovato un biglietto con su scritto Angelini sta collaborando con la Procura: “Lo seppi da un giornalista di Chieti che mi disse che Angelini aveva consegnato due relazioni tecniche alla Procura, ho l’abitudine di segnarmi a penna tutto quello che mi dicono – ha poi precisato a specifica domanda. Incalzato poi dalle domande del legale di Angelini Menna Cesarone ha escluso che il gruppo Villa Pini gli avesse messo a disposizione due dipendenti per lavorare alla campagna elettorale, di non aver preso o suggerito nessun provvedimento per porre rimedio agli incessanti controlli della Commissione Ispettiva permanente che sfociò in una lettera di sospensione di alcuni reparti e che provava ad essere disponibile come suo ex dipendente nei limiti del possibile chiarendo che per questo era anche sotto stretta osservazione in Regione. Alle ultime sollecitazioni del presidente De Santis ha poi detto: “Su di me Angelini si é inventato tutto!”.


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