PESCARA – La prima udienza del 2013 del processo Sanitopoli caratterizzata da un animato confronto tra collegio dei giudici e difesa sulla formulazione degli oneri probatori. Quella di oggi, infatti, doveva essere la prima udienza dedicata all’esame degli imputati condizionata, però, dalla disponibilità di tre testi che ancora mancavano all’appello. Venceslao Di Persio citato dal Pm e dalla parte civile della Regione, Emidio Di Ninni, anche lui citato da Pm e Parte Civile della Regione, ma soprattutto Giancarlo Masciarelli, ex presidente Fira, già coimputato in questo procedimento ma la cui posizione é stata stralciata per via del patteggiamento. Per varie ragioni la loro deposizione é sempre slittata arrivando a ridosso dell’esame degli imputati. Nella recente udienza era stato concordato di iniziare comunque a sentire i primi imputati in lista in attesa di poter inserire in qualsiasi momento i testi. A questa soluzione, però, hanno fatto eccezione alcuni avvocati, in particolare Cristiana Valentini in difesa di Luigi Conga, e l’avvocato Carosi in difesa di Pierluigi Cosenza. Il loro esame – hanno sostenuto gli avvocati – non può essere in alcun modo anticipato rispetto alla deposizione dei tre testi perchè questa potrebbe mettere in risalto elementi che non potrebbero essere più puntualizzati dagli imputati stessi. Dopo quasi due ore di camera di Consiglio il presidente del collegio dei Giudici Carmelo De Santis ha comunque disposto che dall’udienza di domani si comincerà a sentire gli imputati e che i tre testi mancanti saranno ascoltati all’esito dell’esame degli imputati. Un’ordinanza che sarà già oggetto d’impugnazione da parte dell’avvocato di Cosenza che dunque domani non si presenterà in aula. Assenti per malattia Conga e Angelini. Si potrebbe a questo punto cominciare dall’ex assessore Domenici. Intanto stamane deposizione in aula di Gianni Di Clemente, il commercialista tirato in ballo dalla moglie di Di Persio il quale avrebbe riferito di una minaccia pesante che l’On Aracu avrebbe fatto nei confronti di Di Persio. Minaccia confermata anche se attenuata e riferita ad un’operazione immobiliare che Di Persio stava effettuando nella Marsica per la realizzazione di un centro commerciale. Aracu – ha riferito Di Clemente – era socio occulto di questa operazione e voleva la sua parte di utili,ma Di Persio non glie la concesse. Da qui la minaccia di ricorrere a tutte le strade possibili pur di avere cio’ che gli spettava.
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