Sanitopoli: le reazioni dopo la sentenza

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tribunale“E’ una sentenza che ristabilisce la verità su un fatto doloroso per l’Abruzzo. Io sono amareggiato per la malafede con cui periodicamente sono partite campagne mediatiche che volutamente diffondevano la falsa notizia di innocenza acclarata che grazie al loro potere sull’opinione pubblica hanno gettato sconcerto”. Lo ha detto all’ANSA Nicola Trifuoggi, ex capo della Procura di Pescara in pensione dall’estate del 2012 che ha guidato il pool insieme a Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli, oggi in Aula per assistere alla sentenza di primo grado all’ex governatore dell’Abruzzo, Ottaviano Del Turco condannato a 9 anni e 6 mesi. “Su molti giornali e tv – ha aggiunto Trifuoggi – è passata la falsa notizia di un’inchiesta da archiviare: ora mi aspetto anche che parleranno di errore giudiziario o persino di persecuzione. E invece, se non sono soddisfatto come cittadino perché una condanna è sempre un fatto grave, sono soddisfatto della sentenza e della bontà e del lavoro fatto dalla Procura”.

“Credo nella giustizia: la mia speranza era che si potesse dimostrare che un conto è il ruolo dell’accusa nel sistema penale italiano e un conto è la corte, che può decidere sulla base delle prove che ci sono e sulla base delle prove che non ravvede. Purtroppo così non è”. Lo ha detto Ottaviano Del Turco nel commentare la notizia della sua condanna a nove anni e sei mesi che gli è stata inflitta oggi dal tribunale di Pescara. L’affondo contro la giustizia, spiega è perché si “ripropone un eterno problema, e cioè il rapporto che c’è tra la magistratura inquirente e la magistratura giudicante. Troppa commistione, troppa confusione: molto spesso diventano presidenti di corte magistrati che hanno fatto i pubblici ministeri e si portano appresso anche quella cultura. La cosa non è un peccato e non è nemmeno frutto dell’intervento del diavolo, quando uno cresce in un modo è difficile che possa cambiare quando sta per andare in pensione. Così succede in questo paese”, chiude Del Turco riferendosi alla separazione delle carriere e al fatto che il presidente del collegiale De Santis ha annunciato che il processo sulla Sanitopoli sarà l’ultimo da lui diretto in quanto prossimo a concludere la carriera in magistratura per raggiunti limiti di età.

“Lasciamo perdere se me lo aspettassi o no perche’ questo richiederebbe ragionamenti un po’ troppo impegnativi. Diciamo che e’ una sentenza che condanna un protagonista morale della vita politica istituzionale sindacale del nostro paese accusato di aver incassato sei milioni e 250 mila euro a titolo di corruzione dei quali non si e’ visto un solo euro. Quindi penso che sia un precedente assoluto nella storia giudiziaria perche’ si possono non trovare i soldi ma si trovano le tracce dei soldi”. Questo il commento di Giandomenico Caiazza, difensore di Ottaviano Del Turco, in merito alla condanna dell’ex presidente della Regione Abruzzo. Il legale si e’ detto “esterrefatto”, annunciando il ricorso.

“Io siccome non ho fatto niente, non accetto neanche la pena di un’ora e né di un euro”. Così l’ex parlamentare del Pdl Sabatino Aracu, dopo la lettura della sentenza da parte del Tribunale di Pescara, che lo ha condannato a 4 anni di reclusione. “Quindi – ha proseguito – è un’ingiustizia e basta. Vuol dire che c’é chi vede le condanne a modo proprio. Viva Berlusconi”. 

Al termine della sentenza letta dal presidente del Tribunale di Pescara Carmelo De Sanctis, l’ex imprenditore della sanità privata, Vittorio Maria Angelini, nel processo parte lesa come ‘grande accusatore’ ma anche imputato, é uscito dall’aula palesemente innervosito, con al fianco la moglie e uno dei suoi avvocati. “Non ho capito niente di questa sentenza. Scusate ma non sono in grado di dirvi nulla. Devo ancora capire. Al di là di questo – ha detto mentre lasciava Palazzo di Giustizia – non ho niente da dire. Non ho dichiarazioni da fare, non ho detto che non parlo cribbio, ho detto che non ho dichiarazioni da fare, neanche questo – ha detto rivolgendosi ai giornalisti – siete in grado di capire.”

Si dice amareggiato, l’ex assessore regionale Bernardo Mazzocca, condannato a due anni: “Ora parlerò con i miei avvocati. Non chiedetemi altro.”

“Aspettiamo di leggere le motivazioni per capire perché il tribunale ha ritenuto Mazzocca responsabile”. Lo ha detto l’avvocato Ugo Di Silvestre, difensore dell’ex assessore regionale alla sanità Bernardo Mazzocca, condannato oggi a due anni dal tribunale di Pescara per associazione per delinquere relativa alla seconda cartolarizzazione, concorso in falso in atto pubblico e minaccia a pubblico ufficiale. “Il mio assistito – ha sostenuto l’avvocato – è totalmente estraneo ai reati che gli vengono contestati. In ogni caso – ha evidenziato Di Silvestre – è stato assolto dai reati più gravi ed è stata ridimensionata la sua posizione relativamente all’associazione per delinquere, in quanto è stato considerato mero partecipe e non promotore”. Il difensore di Mazzocca ha detto che dopo aver letto le motivazioni presenterà appello. Per l’avvocato Marco Femminella, difensore dell’ex capogruppo del Pd alla Regione Camillo Cesarone, “questa sentenza nega la storia. Angelini è stato ritenuto credibile come corruttore”. Cesarone è stato condannato a 9 anni per associazione per delinquere riguardante la seconda cartolarizzazione, corruzione, concussione e tentata concussione.

“Noi siamo estremamente convinti dell’estraneità del nostro assistito. Combatteremo per questo. Dovuto il ricorso in Appello. Sono ansiosa di leggere la sentenza”. Così l’avvocato di Conga, Valentini, legale dell’ ex manager della Asl di Chieti, condannato a 9 anni.

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