video » Scafa, sciopero contro la chiusura del cementificio

tollo

bandiere-sindacatiChe la crisi ci sia è un fatto su cui, più o meno, concordano tutti. Che la stessa crisi sia la causa regina buona per tutte le stagioni, dalla cessazione di attività alla rottura dei patti, è un altro paio di maniche. Ecco perché la fine annunciata della sede di Scafa della Italcementi ha spinto i lavoratori – 130 fra diretti e indiretti – non solo all’ovvia protesta, ma anche e soprattutto alla contestazione punto per punto delle motivazioni addotte dalla proprietà. Secondo i sindacati la direzione Italcementi s.p.a. avrebbe cambiato le carte in tavola, mettendo la sede abruzzese fuori dalla cassa integrazione per ristrutturazione, per avviare invece le procedure inerenti la cessazione completa dell’attività entro gennaio 2014. Una decisione che lavoratori e sindacati, Fillea-Cgil, Filea-Cisl e Feneal-Uil, respingono con forza, sollecitando al contempo l’interessamento della Regione Abruzzo. Oggi, durante lo sciopero di otto ore davanti ai cancelli della fabbrica, i lavoratori hanno ricevuto il sostegno dei sindaci del territorio.


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