Segreteria PD: Cialente incandidabile ma lui insiste

Cialente MassimoL’aria nuova che deve contraddistinguere il partito non ammette deroghe e, anche per questo motivo, Massimo Cialente dovrà rinunciare. Dunque, si ferma prima ancora di iniziare la corsa alla poltrona più importante della segreteria regionale del PD del sindaco dell’Aquila che, la settimana scorsa, aveva rotto gli indugi proponendosi quale successore di Silvio Paolucci ed incassando, da subito, l’appoggio incondizionato del presidente della Regione, Luciano D’Alfonso. Ma le ambizioni di Cialente vengono stoppate sia dallo statuto nazionale del PD che da quello regionale. Nel primo, l’articolo 21 recita esplicitamente che, tra le varie cariche istituzionali, non sono candidabili alla segreteria regionale i sindaci delle città capoluogo di regione e di provincia. Simile, anzi ancora più esclusivo, l’articolo 24 dello statuto abruzzese che estende l’incandidabilità anche ai parlamentari eletti in questa regione. E il PD resta al palo. Con il rinnovo dei vertici abruzzesi che era stato inizialmente previsto per la fine di settembre e che, ad oggi, non vede ancora fissata la data di svolgimento del congresso. Resta l’unica candidatura avanzata da Paolo Della Ventura, civatiano di ferro, e restano i rumors che vogliono in griglia il capogruppo del PD in Regione, Sandro Mariani, l’attuale vice segretario vicario, Marco Rapino, l’altro vice segretario, Alexandra Coppola, e il presidente dell’assemblea regionale dei Giovani Democratici, Alessandro Marzoli, renziano della prima ora. Ma Cialente non ci pensa proprio a fare un passo indietro e sottolinea come, proprio per Matteo Renzi, venne concessa una deroga.

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