video » Sequestrati beni per oltre un milione al clan Spinelli

sequestro casa romPersonale della Questura e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara ha sequestrato beni immobili per un valore di oltre 1 milione di euro. L’ingente patrimonio sottoposto a sequestro si trovava nella disponibilità della famiglia degli Spinelli, composta da numerosi soggetti e che questa mattina sono stati tutti svegliati di buon’ora dai finanzieri e dai poliziotti. Il clan familiare è costituito da numerosi membri che sono risultati, quasi tutti, gravati da significativi precedenti penali e segnalazioni di polizia per reati contro il patrimonio. Si tratta, in particolare, del sequetro di un fabbricato con annesse aree pertinenziali, ubicato a Pescara, rifranto in cinque particelle catastali, e due di appezzamenti di terreno ubicati nel Comune di Capestrano, intestati a membri della famiglia Spinelli ed il cui valore complessivo supera il milione di Euro. È il risultato di un articolato ed assai complesso lavoro investigativo svolto dalle forze di polizia in applicazione del D.Lgs. nr. 159 del 6 settembre 2011, noto come Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. La legge, che dà un ulteriore impulso alle misure di prevenzione patrimoniali, consente di addivenire al sequestro ed alla successiva confisca dei patrimoni illecitamente accumulati da pregiudicati ritenuti socialmente pericolosi. Il provvedimento, infatti, fa seguito ad una serie di indagini che hanno evidenziato come “molti componenti del nutrito gruppo familiare fossero dediti alla realizzazione di condotte illecite capaci di garantire degli ingiusti e rilevanti profitti patrimoniali”. Per il capostipite, si contano reati a partire sin dal 1 aprile 1956 fino a tutto il 2010, periodo di incessante attività criminale che gli ha consentito di capitalizzare ingenti patrimoni mai intaccati ed oggi sottoposti a sequestro. Parallelamente alle indagini, sono partite, da un lato, l’esame delle dinamiche criminali ad opera del personale della Divisione Anticrimine della Questura e, dall’altro, indagini patrimoniali e tributarie sui beni mobili ed immobili degli indagati, condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza che sono sfociate in un autonomo procedimento di prevenzione da cui è scaturito il sequestro urgente dei beni ai sensi del D.Lgs. 159/2011. Questo genere di provvedimento, infatti, non è più limitato ai soli indiziati di appartenenza ad associazioni per delinquere di stampo mafioso o a sodalizi criminali tradizionalmente ritenuti “più pericolosi”, ma può essere esteso nei confronti di tutte quelle persone che rientrano nella categoria della criminalità comune, purchè risulti dimostrata la loro pericolosità sociale nonché la sproporzione tra il valore dei beni posseduti ed i redditi dichiarati, tali da far ritenere che tali beni siano, in tutto o in parte, frutto di attività illecite o ne costituiscano il reimpiego.


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