Shoah: L’Abruzzo e il dovere della Memoria

Auschwitz I entrance snowForse in pochi sanno che l’Abruzzo vanta il non lusinghiero primato di campi di sterminio e concentramento: 15 per l’esattezza ai tempi della seconda guerra mondiale. Tuttavia non pochi Abruzzesi misero a repentaglio la propria vita per dare il loro aiuto e solidarizzare con le persone internate nei campi. C’è chi quegli episodi li può raccontare perché li ha vissuti sulla propria pelle e ci sono le immagini che testimoniano la lucida follia dei nazisti. 6 milioni di ebrei sterminati, ma anche omosessuali, disabili, Rom. 70 anni fa la liberazione del Campo di Auschwitz, da parte dell’Armata Rossa e la memoria è un dovere e deve partire dai più giovani. Diverse le iniziative nella nostra regione: il Consiglio Regionale, che si è riunito in Provincia, a Pescara, ha osservato un minuto di silenzio. Di seguito gli interventi dei consiglieri dei diversi schieramenti, al di sopra dei partiti, per una data importante come quella di oggi. “Non dimenticare – ha detto il Presidente del Consiglio Regionale Di Pangrazio – è il monito che oggi risuona a difesa dei principi di libertà e di uguaglianza garantiti dalla Costituzione repubblicana e sanciti dallo Statuto della nostra Regione”. “Solo quando a tutti gli uomini sarà riconosciuta la dignità umana solo, allora potrete dimenticarci” si legge su una lapide ad Auschwitz, questo deve valere per tutti i popoli perché “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” scriveva Primo Levi, affinché non accada mai più. “Non esistono le razze umane”, ha detto il genetista Giandomenico Palka alla platea degli studenti di alcune scuole di Pescara che all’Auditorium Petruzzi hanno vissuto un momento di incontro e racconto. Tra scienza, storia e arte, le razze umane non esistono, è stato ribadito nella Giornata della Memoria under 18. “Non si deve trascurare il rispetto della persona e della diversità che sono prima di tutto valori ed un prerequisito irrinunciabile di civiltà”. Il positivismo dell’800, ha spiegato il professor Palka, ha influito sulla concezione di efficienza, di produttività, dunque i più deboli dovevano essere emarginati, e la tragedia della Shoah ne è stata la estrema e terribile conseguenza. La risposta non è nel genoma umano, ma deve essere nella nostra coscienza”.

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