PESCARA – Era un freddo pomeriggio di un anno fa esatto, Silvana Pica, dopo anni difficili, sembrava aver davvero messo i conti in pari con la sua vita, a cominciare da un rapporto finalmente ritrovato con il figlio e da una serie di problemi di salute felicemente risolti. Nulla avrebbe mai fatto pensare che in quel tardo e freddo pomeriggio del 17 gennaio del 2012 potesse decidere di staccare per sempre la spina e svanire nel nulla. Ad un anno esatto dalla sua misteriosa scomparsa nessuna risposta ai suoi familiari e alle persone che le volevano bene. Tante, troppe le domande rimaste in sospesom a queste sta lavorando la Procura che alla vigilia della scadenza dei termini per le indagini chiede una proroga di sei mesi del corpo di Silvana nessuna traccia, ma non mancano gli elementi che fanno pensare al peggio. Quel giorno Silvana si recò dalla suocera con un labbro tumefatto e sembrava impaurita, qualcuno le voleva del male: “Su questo non ci sono dubbi – sottolinea suo cognato Marcello Berghella – ce ne sono mille di probabili moventi a cominciare dalle persone che vivevano con lei, ma anche in ambienti che lei aveva frequentato in passato.” Ci sono poi due elementi specifici la ciocca di capelli nella busta della lettera anonima spedita all’investigatore privato Ezio Denti, il cui Dna sarebbe compatibile con quello di Silvana e la famosa gamba ritrovata la scorsa estate su una spiaggia pugliese. Un istologo di Foggia ha riferito che solo l’esame del Dna può dare certezze essendo l’arto in avanzato stato di saponificazione, ma dalla conformazione sembrerebbe trattarsi di arto femminile. Non a caso alla luce di queste due importanti novità la Procura si é chiusa ancora più a riccio chiedendo una proroga di sei mesi: “Un dato significativo – ci ha riferito l’avvocato della famiglia Paolo Mancini – che ci porta a pensare che la Procura non vuole lavarsi le mani archiviando il tutto. Noi intanto aspettiamo risposta alle nostre istanze che dovrebbe giungere nel giro di una settimana.”

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