Padre omicida, chi sapeva?

CastellodellaMonica

maravalleNé il Tribunale dei Minori dell’ Aquila né i Servizi Sociali di Pescara hanno mai saputo che Massimo Maravalle, 47 anni, fosse in cura per problemi psichiatrici. Scoprire chi e come ha omesso di comunicare prima ai magistrati aquilani che hanno istruito la pratica di adozione di Maxim, e dopo agli assistenti che seguivano la famiglia, spetterà al magistrato della procura di Pescara Luca Papalia. Il pm per ora ha aperto un fascicolo contro il padre adottivo del bimbo soffocato nel sonno, per omicidio aggravato, ma ha già fatto sapere che tiene aperte tutte le strade. Cioè aspetta le carte che il Tribunale aquilano ha già detto di volergli inviare e che il Comune di Pescara è pronto a consegnare perché se è vero che Massimo Maravalle è reo confesso, bisogna vedere chi non ha fatto il proprio dovere. La Procura di Pescara valuterà tutte le procedure di adozione del bimbo, ma a palazzo di Giustizia assicurano che qualora dovessero emergere eventuali altri reati o anomalie nella pratica, tutto verrà valutato ai fini dell’accertamento della verità. All’Aquila i giudici dei Minori sono sotto choc: “Siamo sgomenti e sbalorditi”, ha spiegato Silvia Reitano, ossia il giudice che ha materialmente istituito la pratica dell’adozione di Maxim. “Le nostre indagini sono rigorosissime – ha tenuto a ripetere – e lo sgomento è di tutto l’ufficio. Davvero non sappiamo che dire”. Se non che quando hanno ritirato fuori il fascicolo non hanno trovato traccia della malattia mentale di Maravalle. “Non sussistevano elementi da cui desumere o ipotizzare presunte patologie psichiatriche degli istanti, dei quali era invece attestato il pieno equilibrio psico-fisico”, che significa che Maravalle sta bene, ma così non era. 

SENTITO LO PSICHIATRA CURANTE
E’ stato ascoltato questa mattina, dalla squadra mobile di Pescara, lo psichiatra dell’Aquila che aveva in cura Massimo Maravalle, il 47enne che l’altra notte ha ucciso nel sonno, soffocandolo con un cuscino, il figlio adottivo di 5 anni, a Pescara. Il professionista aveva in cura il 47enne dal 2006 e doveva vederlo ieri mattina. I disturbi dell’uomo risalgono a molti anni fa, presumibilmente ai tempi dell’universita’, venivano contenuti con l’uso dei farmaci e fino ad ora non aveva mai manifestato segni violenza e aggressivita’. E’ stato lo stesso 47enne a dire agli investigatori, diretti da Pierfrancesco Muriana, di aver interrotto da quattro giorni l’assunzione di farmaci, ma su questo non ci sono conferme e il professionista che lo seguiva non ne sapeva niente. Lo psichiatra, medico universitario aquilano, ha assicurato di non essere stato coinvolto nella procedura di adozione del bimbo, arrivato in Italia nel 2012, e di non aver rilasciato alcuna certificazione a questo scopo, anche se era stato informato dell’adozione dal suo cliente che era felicissimo del bambino. Lunedi’, in occasione della convalida dell’arresto, il pm Andrea Papalia potrebbe chiedere l’incidente probatorio per valutare le capacita’ mentali dell’uomo. Sempre lunedi’ saranno acquisiti dalla squadra mobile gli atti al tribunale dei minori dell’Aquila relativi all’adozione del bimbo. Il padre infanticida ha dichiarato a questo proposito che la sua patologia era nota e non era di ostacolo all’adozione. Intanto e’ in corso, in obitorio, l’autopsia su corpo del bambino, affidata stamani a Christian D’Ovidio.

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Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.

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