I carabinieri della compagnia di Pescara, che stanno indagando sulla morte di Anna Maria Mancini, la 57enne annegata ieri in un sottopasso allagato nel capoluogo adriatico, hanno proceduto oggi al sequestro di tutta la documentazione sul caso, tramite il Comune, per ricostruire quanto accaduto. Si punta cioe’ a chiarire come sono andate le cose dal momento in cui il sottopasso si e’ allagato, fino ad essere completamente ricoperto di acqua, al momento in cui la 57enne che viaggiava su una Peugeot 106 grigia si e’ infilata in quella zona per morire poco dopo annegata. I carabinieri, coordinati dal capitano Claudio Scarponi, hanno anche posto sotto sequestro le pompe di sollevamento del sottopasso, che e’ stato svuotato. Inoltre hanno ascoltato i parenti della donna e i cittadini che vivono nella zona dove si e’ verificata la tragedia. La salma e’ a disposizione della famiglia, per i funerali. Ricordiamo che l’ipotesi di reato è omicidio colposo. Dopo l’allerta pure precocissimo, dopo l’acqua, tanta, troppa, dopo la morte, dopo le lacrime – senza fine quelle di Lamberto Galiero e dei figli di Annamaria Mancini – è il momento di rimuovere il fango; e non solo quello vero, che ancora affiora nella via che ha restituito il corpo di Annamaria Mancini e che, forse non a caso, si chiama strada vicinale Acquatorbida, ma anche tutto quel fango che ora sembra sporcare ogni cosa, fino a rendere quasi ridicolo lo scaricabarile in atto fra Polizia municipale e Amministrazione comunale. Un rimpallo di responsabilità che confonde, anziché fare chiarezza. La voce dei residenti invece parla un’altra lingua, quella di chi il problema lo segnala da anni e si è quasi stufato, come il commerciante di Fontanelle Egidio Traversa, che oltre a lamentare i frequenti allagamenti del sottopasso assicura che all’alba della notte scorsa l’unica transenna era quella posta all’inizio della strada, e solo su metà carreggiata.

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SOTTOPASSAGGIO KILLER – PARLA IL TESTIMONE

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