Sparatoria a Pescara: Natali nega ma resta in carcere

tribunale pescara1Sarebbe un “soggetto violento, senza freni inibitori, privo di autocontrollo, con spiccata capacita’ delinquenziale”. Sono questi sostanzialmente i motivi che hanno spinto il gip del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, a disporre la custodia cautelare in carcere per Walter Natali, il 34enne arrestato dalla polizia perche’ accusato di aver partecipato all’aggressione del pugile di 33 anni avvenuta domenica pomeriggio in via Lago di Capestrano, nel capoluogo adriatico. Il gip, tenuto conto dei precedenti penali e dell’inclinazione delinquenziale di Natali, ha ritenuto che la detenzione in carcere sia l’unica misura in grado di impedire la reiterazione del reato e di garantire l’incolumita’ della vittima. A riprova di cio’ il giudice ha evidenziato che, nonostante la vittima fosse gia’ stata raggiunta da alcuni colpi di pistola, l’arrestato e i complici hanno colpito il pugile, sanguinante, con calci e pugni. Secondo il gip, l’inclinazione delinquenziale di W.N. emerge dalla circostanza che avrebbe partecipato a un gruppo armato il cui obiettivo era di uccidere la vittima. Al momento la persona che ha materialmente sparato non e’ stata ancora rintracciata e catturata. Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Pescara diretta da Pierfrancesco Muriana, sono coordinate dal Pm della Procura di Pescara Barbara Del Bono.

“Non ho sparato, non ho partecipato a nessuna aggressione, non ho visto niente e non
c’entro niente”. Così Natali nel corso dell’interrogatorio condotto dal Gip del tribunale di Pescara Nicola Colantonio. Natali ha riferito al giudice che stava accompagnando la moglie ed i figli a casa, quando ha sentito dei rumori simili a degli spari. A quel punto si sarebbe incamminato verso il luogo dell’aggressione, ma giunto a metà strada sarebbe tornato sui suoi passi, per evitare di imbattersi in qualche guaio. Due cittadini, affacciati ad un balcone confermerebbero la versione di Natali. Una donna, che avrebbe assistito all’agguato, avrebbe indicato in un uomo che indossava una tuta bluette, tarchiato e alto circa un metro e 70, l’autore della sparatoria: Natali è stato fermato con indosso una tuta bluette, ma è particolarmente robusto e alto più di un metro e 80. La tuta è stata sequestrata dagli inquirenti e l’indagato è stato sottoposto alla prova dello stub. Natali si trova in carcere, con le accuse di concorso in tentato omicidio e porto abusivo di arma. È stato trovato, poco dopo l’agguato, nei dintorni del luogo dove è avvenuta la sparatoria ed è stato indicato dalla vittima come uno dei quattro o cinque partecipanti all’aggressione. Il gip Nicola Colantonio ha convalidato l’arresto e ha disposto che l’indagato resti in carcere.  Il legale dell’indagato, Roberto Serino, aveva chiesto che al suo assistito fossero concessi gli arresti domiciliari.

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